Che cos’è il cost per view (o CPV)? La definizione spiega il significato di questo concetto di web marketing: si tratta di una metrica usata nell’advertising online per indicare il costo di una singola visualizzazione di un annuncio pubblicitario.
In altri termini, il CPV rappresenta l’importo che un inserzionista paga ogni volta che il suo annuncio viene visualizzato da un utente. Nello specifico, per “visualizzato” si intende guardato con attenzione, per intero. In tal senso, il cost per view è un parametro perlopiù usato nelle campagne pubblicitarie che fanno ricorso ai video.
Il valore del CPV non è univoco, non c’è un riferimento standard. Al contrario, il suo valore varia in base a tanti fattori, tra cui la specifica piattaforma pubblicitaria e il particolare target colpito. In tal senso, è utile rammentare che il cost per view si riferisce alla sola visualizzazione dell’annuncio. Quindi, non tiene conto delle eventuali interazioni dell’utente, come per esempio i clic o le conversioni.
Come si calcola il CPV di una campagna pubblicitaria?
Come calcolare il cost per view di una pubblicità online? Ecco i passaggi per eseguire il calcolo:
- Determinare il costo totale della campagna promozionale. Non si tratta di conteggiare solo la spesa pubblicitaria, ma per esempio anche la spesa per la creatività degli annunci, quella per le grafiche, quella per girare i video ecc.
- Determinare il numero delle visualizzazioni degli annunci. Questo conteggio lo fa in automatico la piattaforma su cui è stata lanciata la campagna.
- Il CPV si ottiene dividendo il costo totale della campagna per il numero complessivo di visualizzazioni delle ads.
Perché è importante il cost per view?
Calcolare il cost per view è sempre fondamentale quando si fa pubblicità sul web. Come mai? Ecco le ragioni principali (e i benefici che dà all’advertiser il calcolo del CPV):
- Sapere qual è il CPV aiuta a capire qual è l’efficacia della singola ad e, di riflesso, quanto funziona l’intera campagna pubblicitaria. In sostanza, il calcolo del CPV, unito al calcolo degli altri parametri di conversione, permette di determinare il ROI del singolo annuncio e della promozione online nel suo complesso. Il che, di riflesso, fa capire se serve o meno fare degli aggiustamenti al budget (alzandolo o abbassandolo), al target (magari ricorrendo a una segmentazione) e alla creatività della campagna (cambiando la comunicazione).
- Conoscere il CPV permette di tenere sotto controllo i costi. Se sai qual è il cost per view, puoi darti un budget e assicurarti di non superarlo.
- Avere ben chiaro qual è il CPV sulle varie piattaforme di advertising consente agli inserzionisti di fare confronti, per determinare il ROI che si ha su ciascuna. In pratica, il cost per view aiuta a decidere qual è la piattaforma che ha il costo-beneficio migliore.
Insomma: il CPV è un parametro assai importante perché dà la misura per valutare l’efficacia e il costo dei singoli annunci e dell’intera campagna. E ciò permette agli inserzionisti di prendere decisioni consapevoli sulla gestione del budget pubblicitario e sull’ottimizzazione delle strategie di web marketing.
Qual è la differenza tra cost per view (CPV) e cost per impression (CPI)?
Cost per view e cost per impression sono la stessa cosa? Assolutamente no. In effetti, sono due metriche pubblicitarie diverse, che misurano il costo di due azioni differenti.
Nello specifico, definiamo come cost per impression (CPI) il costo di ogni impression generata da un annuncio. Che cos’è una impression? È un annuncio visualizzato sullo schermo di un utente, indipendentemente dal fatto che l’utente l’abbia effettivamente visto.
D’altro canto, il cost per view (CPV) è il costo di ogni visualizzazione completa di un annuncio. Per esempio, se la campagna promozionale si appoggia a un video, si può parlare di CPV solo in riferimento delle visualizzazioni complete del video. Quelle parziali non contano.
Esistono poi delle eccezioni su come si definisce una view. Per esempio, Google definisce così una visualizzazione: “Viene conteggiata una visualizzazione quando uno spettatore guarda 30 secondi del video (o l’intero video se è più breve di 30 secondi) o interagisce con esso, a seconda dell’evento che si verifica per primo. Le interazioni con i video includono i clic sugli overlay di invito all’azione, sulle schede e sui banner companion”.
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Questo post che spiega che cos’è il cost per view (CPV) è stato scritto da Alessandro Scuratti, consulente di marketing.
Da oltre 20 anni, mi occupo di branding e comunicazione per le aziende. Dal 2011, gestisco questo mio blog, che raccoglie migliaia di visite ogni giorno. Sono anche l’autore del libro Scrivere per il web 2.0.
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