Che cos’è l’outbound marketing? E poi: può essere utile alle aziende? Cominciamo con il dare la definizione. L’espressione si usa più che altro in Rete, e per esempio rientrano sotto la categoria di outbound marketing le seguenti tattiche e tecniche promozionali:
- Le azioni pubblicitarie che si sfruttano le impressions di banner
- I pop up e i pop under dei siti
- I video pubblicitari
- Tutte le pubblicità a pagamento sui social network
Più in generale, il marketing outbound è quello che usa una logica push (detta anche broadcasting o anche one to many). Si tratta insomma di pubblicità di massa. In tal senso, si contrappone perciò all’inbound marketing, che usa una logica pull (detta anche one to one), poiché cerca di attirare il pubblico attraverso contenuti dedicati, mirati, personalizzati.
In sostanza, stiamo parlando di un tipo di marketing che usa metodi tradizionali, cioè che interrompono le persone per forzarle a concedere attenzione al messaggio promozionale. Non a caso un altro nome dell’outbound marketing è interruption marketing.
Abbiamo detto che se ne parla molto sul web, ma l’outbound marketing nasce ed è tuttora presente nel mondo fisico. Pensiamo per esempio a:
- Spot televisivi
- Spot radiofonici
- Annunci stampa
- Affissioni varie
- Volantinaggio
- Eventi
Ma l’outbound marketing funziona?
Non è facile rispondere alla domanda con un sì o con un no secco. La pubblicità tradizionale funziona certamente, ma ha un grave difetto: spesso non se ne riescono a misurare gli effetti, cioè il ROI. Per esempio, quante vendite e guadagni realizza un negozio di abbigliamento se fa volantinaggio? Quanto realizza se affitta uno spazio su un cartellone pubblicitario stradale? E chi può dirlo?
Questo è, del resto, il problema del mass marketing in genere: sparare nel mucchio dà sempre un qualche ritorno, ma che è praticamente impossibile da quantificare. Investimenti di questo tipo sono pertanto permessi solo alle grandi aziende e brand multinazionali. Una PMI non può fare solo ed esclusivamente outbound marketing. È meglio che lo affianchi con una buona dose di marketing diretto, che è assolutamente misurabile (e generalmente anche meno costoso).
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Questa è la definizione di che cos’è l’outbound marketing, ed è stata scritta da Alessandro Scuratti, consulente di marketing e comunicazione.
Da più di 20 anni aiuto le piccole e medie imprese a vendere di più. Dal 2011, gestisco questo mio blog, che raccoglie migliaia di visite ogni giorno. Sono l’autore del libro Scrivere per il web 2.0, adottato da due università.
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