Che cosa rende un contenuto virale?

contenuti viraliSegnalo un eccellente articolo su OkDork, che spiega qual è il segreto dei contenuti web che diventano virali. In sostanza: vuoi sapere come fare viral marketing o almeno provarci? Bene, leggi quell’articolo oppure questo mio post che lo commenta!  🙂

Qualsiasi webmaster o blogger sogna che i contenuti di qualità pubblicati sul suo sito o sul suo blog vengano condivisi a tonnellate dagli utenti della sua nicchia! Si tratta del vero e proprio sogno proibito di qualsiasi autore che abbia creato un sito web o che abbia aperto un blog. Ma tra il dire e il fare… Grazie ai risultati di uno studio che – a detta dei suoi autori – si basa sull’analisi di oltre cento milioni di articoli web, oggi puoi sapere quali sono le caratteristiche del perfetto contenuto virale.

Non perdiamo però tempo, poiché le cose da dire sono parecchie. Vediamo pertanto subito quali sono le scoperte che sono state fatte. E soprattutto quali conseguenze pratiche hanno nel nostro modo di comunicare sul web, di fare web writing, di progettare pagine web, di studiare titoli di articoli e post ecc.

 

1. I contenuti lunghi sono più condivisi di quelli corti
Il consiglio in questo caso è quello di scrivere contenuti di almeno 2.000 parole, per poter contare su un buon effetto di condivisione su Google Plus, su Facebook, su Twitter e sugli altri social network.
Inoltre, scrivere contenuti web lunghi ti darà un vantaggio in termini di SEO. In effetti, a parità di altre condizioni, i contenuti più lunghi si posizionano meglio su Google per la specifica keyword ottimizzata. E sfruttano anche meglio la coda lunga.

 

2. Avere almeno un’immagine nel contenuto aumenta le condivisioni su Facebook
In questo caso, la dritta è quella di aggiungere ovviamente immagini ai tuoi articoli web o ai tuoi post. Sceglile però bene: perché devono essere comunicative e contribuire a invogliare i lettori a fare clic per condividere il tuo contenuto.

 

3. Avere almeno un’immagine nel contenuto aumenta le condivisioni du Twitter
Qui si possono dire esattamente le stesse cose che si sono dette al punto precedente per la condivisione degli articoli o post contenenti immagini su Facebook. Insomma: una buona immagine contribuisce senza dubbio alla viralità, nessuna sorpresa in questo.

 

4. Far leva sulle emozioni delle persone funziona
I contenuti web più condivisi sono quelli che suscitano emozione nelle persone. Ecco quali emozioni:
emozioni viral marketing
Se vuoi andare sul sicuro, non annoiare i lettori, altrimenti non ti condivideranno: nessuno vuole far addormentare i propri amici o i propri contatti.  😀
Di tanto in tanto, potresti pensare di creare qualche contenuto che contiene un quiz: le persone amano scoprire chi sono attraverso i responsi di un questionario!

 

5. Alle persone piace condividere liste e infografiche
Le infografiche e le liste puntate o numerate attirano, proprio in quest’ordine, molte più condivisioni rispetto alla media del campione di articoli esaminati. Il terzo posto va a quegli articoli che iniziano con perché interrogativo.
Il consiglio che ne può scaturire è che, nello scrivere contenuti lunghi, bisogna renderli molto ben formattati. Più precisamente: niente muri di testo, bensì una strutturazione che fa uso di liste, paragrafi ben spaziati, titoli e sottotitoli di sezione ecc.

 

6. Il numero magico per le liste è 10
Gli elenchi con dieci punti pare siano potenzialmente più virali. Quindi, se stai creando un post con un elenco di indicazioni, vedi di allungarlo fino a mettere insieme dieci elementi!  😉

 

7. Le persone tendono a condividere contenuti che paiono affidabili
La fiducia in chi ha scritto il contenuto gioca un ruolo non trascurabile per la viralità, soprattutto su Twitter, su LinkedIn e su Google Plus. Attenzione, quindi: ogni autore di un articolo o di un post dovrebbe valutare di mettere una propria breve bio all’inizio di ogni contenuto pubblicato, e una più estesa alla sua fine.

 

8. Essere condivisi dagli influencer porta più condivisioni
Poco da aggiungere su questo fatto, che è di per sé piuttosto scontato. Passare dalla ricondivisione degli influencer della nostra nicchia ci fa partecipare in qualche modo a una parte della loro autorevolezza.

 

9. Ripromuovere i tuoi vecchi contenuti funziona
La vita di un post su Facebook o di un tweet su Twitter, giusto per fare un paio di esempi, è molto breve. Quindi, se i contenuti che hai pubblicato sono di buon livello e sono sempreverdi, perché non ripromuovili?

 

10. Il miglior giorno per le condivisioni è martedì
Il miglior giorno in generale è il martedì. Così come lo è per Facebook, per Twitter e per Google Plus. Mente per LinkedIn e Pinterest è invece il lunedì. Bisognerebbe però verificare se anche per il pubblico italiano le cose stanno così.
miglior giorno condivisione contenuti

 

Ecco, queste erano le dieci pillole di saggezza che possono aiutarti nel far ottenere più condivisioni sui social network ai tuoi contenuti. Che cosa ne pensi dei risultati di questa indagine? Ti sembrano verosimili? E ti sembrano applicabili alla realtà italiana?

Più in generale, ti va di lasciare un commento qui sotto e di condividere con noi quelle che sono le tue indicazioni su come si possono creare contenuti web che hanno più possibilità di diventare virali?

3 pensieri su “Che cosa rende un contenuto virale?

  1. Clelia

    Interessantissimo e soprattutto con una tempistica perfetta per me, che ho finalmente realizzato, come dici bene, il sogno proibito di qualunque blogger/webmaster.

    Uno dei miei articoli e’ stato condiviso piu’ di 5.3K sui social media (scritto 2 mesi fa) e ancora dopo il boom iniziale continua a crescere!

    Cosi ho pensato di commentare dare il mio contributo su come sono riuscita nell’impresa.

    Il punto 8 per me e’ stata la chiave: Fare in modo che gli influencers condividessero il mio articolo ha contribuito per un buon 80%. Ma ovviamente per essere condivisi dagli influencers il contenuto deve essere di qualità. Nel mio caso ho sudato letteralmente sette camicie, per 1 settimana di scrittura, ricerca e foto editing.

    Una settimana sembra troppa? Forse, ma considerando che il post è in inglese, direi che di media ci può stare.

    Nel mio caso specifico, trattandosi di un blog di viaggio, ho pressato moltissimo su siti di altri bloggers locali come primo step, per spargere la voce e da lì, l’effetto valanga, quando il sito ufficiale del turismo ha accettato di promuovere il post.

    C’e però da dire una cosa. Tutti i punti citati qui sopra, e anche la mia esperienza, non garantiscono che un post diventi viral, ma sicuramente aumentano le chance di essere condivisi su scala globale.

    C’e però un punto dolente in tutto ciò… quando si raggiunge la tanto desiderata meta, perlomeno per me, subentra parecchia pressione su tutti i post successivi.

    Non tanto da parte dei lettori, però diciamo che dopo piu’ di 5000 condivisioni, tornare a livelli piu umani all’inizio è dura da digerire 🙂 ma con calma e dedizione non è detto che l’effetto non possa ripetersi!

    In bocca al lupo a tutti!

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  2. Clelia

    Ps: mi sono scordata un punto chiave: mettere link ad altre risorse (blogs, pagine web dedicate etc) e poi contattare i webmasters che in genere se l’articolo è buono sono felici di condividere.

    Rispondi

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