Intervista a Rebecca Riparbelli, blogger di “Sposiamoci risparmiando”

rebecca riparbelliChe succede quando un’idea vincente incontra una persona brillante? Ve lo dico io: succede per esempio che nasce Sposiamoci risparmiando. Sì, lo so: siete un po’ spiazzati. Andiamo con ordine, allora. Sposiamoci risparmiando è il blog di Rebecca Riparbelli, social media manager e blogger toscana.

Come ci spiega Rebecca stessa, nella pagina di presentazione del suo progetto: “Ho creato questo blog per tutte le future spose che, come me, amo definire “oculate”. Il mio scopo è condividere idee e suggerimenti sperimentati per ridurre i costi delle nozze ma non la qualità del risultato”. In altre parole: Sposiamoci risparmiando è un blog che si rivolge a tutte le ragazze che stanno per sposarsi, ma che vogliono evitare che le spese del matrimonio gli svuotino il portafogli.

L’idea alla base del blog è davvero intelligente e utile. Non a caso Rebecca è premiata da decine di migliaia di visite mensili, che tra l’altro aumentano sempre più. Una buona parte del suo successo è frutto anche della sua personalità: stiamo infatti parlando di una ragazza simpaticissima, a tratti vulcanica!

La sua energia, unita alla qualità dei suoi post, le ha perfino consentito di trovare un nuovo lavoro. Segno che fare personal branding online funziona, se sai creare valore per la nicchia a cui ti rivolgi.

Mi fermo qui e lascio la parola direttamente a Rebecca. Andiamo a scoprire insieme a lei quali sono i segreti del suo blog, cioè qual è la ricetta che le ha permesso di diventare un punto di riferimento per migliaia di ragazze e di donne italiane e che le è valsa addirittura la convocazione al primo press educational sul matrimonio in Italia. Parliamo di un evento riservato alle migliori wedding blogger italiane!

 

Ciao Rebecca, e grazie della tua disponibilità. Inizierei chiedendoti di raccontarci qualcosa di te. Per esempio, qual è la tua formazione?
Ciao Alessandro, sono io che ti ringrazio per questa ospitata, che emozione! Sono una tua follower e il tuo blog mi ha aiutata tantissimo nella scrittura.
Sì perché in realtà la mia formazione è stata prettamente artistica: mi sono diplomata all’Istituto d’arte di Pisa e poi ho conseguito il diploma di laurea all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Successivamente, a causa di ostacoli familiari e di problemi economici, a malincuore ho dovuto riporre la mia creatività in un cassetto e accettare lavori impiegatizi, come dire, più sicuri. Però, il desiderio di trovare una strada lavorativa congrua alle mie qualità e agli studi perseguiti non mi ha mai abbandonato, e così il momento opportuno per tirare fuori i sogni dal cassetto è arrivato. Pensa un po’, proprio durante la “crisi”. È stata la crisi infatti che mi ha portato a imboccare una nuova strada professionale, che mi ha appassionato tanto quanto il disegno, e per cui ho scoperto di essere naturalmente portata.

 

Da dove nasce la tua passione per il web?
È nata casualmente: come spiegavo sopra, con l’arrivo della crisi e la fine del mio matrimonio. È stato un momento i cui mi sono trovata a non aver più le certezze che mi ero costruita faticosamente. Le stesse certezze che incoerentemente mi avevano portata lontano da quel desiderio rinchiuso nel cassetto. A quel punto ho pensato che la cosa più sensata da fare fosse ricominciare a studiare, investendo l’assegno della cassa integrazione sulla mia formazione. Questa voglia di rimettermi in gioco mi ha portata fino in Lombardia, poiché la Toscana in fatto di prospettive lavorative pareva il Far West in quel momento. A Brescia ho avuto la fortuna di frequentare uno stage presso un’azienda di promozione digitale di contenuti musicali indipendenti. Il posto giusto. È stata questa esperienza infatti a farmi conoscere il web marketing, WordPress, i social media e il mondo del blogging, a cui mi sono appassionata da subito.
C’era quindi un altro mezzo per far emergere il mio estro artistico, meno visivo, ma sicuramente ugualmente tangibile, e scoprirmi una “markettara inside” è stata una rivelazione divertente.
Dopo questa parentesi bresciana ho continuato a formarmi da autodidatta, comprando libri e frequentando i primi corsi. Ritornata poi in Toscana – perché i soldi oramai erano finiti –, ho ricevuto la mia prima proposta di lavoro in ben due anni di mobilità. Da prima, sono stata impiegata come data entry e poi, quando l’azienda si è aperta al mondo della Rete, mi sono proposta e sono diventata in toto l’ufficio di web marketing di Panapesca S.p.A.. Sono molto grata a questa azienda, che mi ha dato la possibilità di crescere professionalmente, contribuendo alla mia formazione.

 

Parliamo del tuo blog, Sposiamoci risparmiando. Quando ti è venuta l’idea di diventare una wedding blogger? E quali sono le motivazioni che ti hanno spinta ad aprire quel tipo di blog?
Al master, che ho frequentato grazie a Panapesca, ho conosciuto i docenti Rudy Bandiera e Riccardo Scandellari, con cui ho approfondito l’importanza del content marketing. Ho capito quanto fosse importante creare valore per una nicchia di mercato utilizzando come mezzo i contenuti.
E così, in concomitanza di un nuovo fidanzamento, rimuginando su quanto appreso, ho rimesso mano a un blog aperto nel 2010 – abbandonato un anno dopo a causa delle mie vicissitudini sentimentali e professionali –, con l’obbiettivo di fare pratica per migliorare il blog aziendale da me ideato. Nasce così Sposiamoci risparmiando (“s” e “r” sono le iniziali dei nostri nomi, gli “sposi oculati”, come ci definisco io), senza alcuna pretesa e senza alcun obbiettivo strategico, se non con l’unico scopo ludico e formativo. Poi, con l’avanzamento del progetto, man mano che il blog acquisiva contenuti, consensi e proseliti, ho deciso di vedere che cosa succedeva se mettevo online i preparativi delle mie nozze – una cosa mai sperimentata fino a quel momento –, e di cercare sponsor disposti a finanziarlo in cambio di un progetto di web marketing costruito su misura per ognuno di loro.
Direi che Sposiamoci risparmiando per me è stato un vero e proprio esperimento scientifico, sociologico e antropologico.

 

Quali sono le difficoltà nel gestire un wedding blog? E come le superi?
Sintetizzerei le difficoltà in queste tre macro aree:

  1. Chiaramente, gestendo tutto da sola, non riesco a far uscire i post così frequentemente come vorrei – ho una marea di materiale che non riesco a pubblicare velocemente e sono sempre alla continua rincorsa della mia agenda editoriale e della mia testa che fagocita idee in continuazione. E poi non riesco a curare il blog in maniera ottimale – soprattutto dal punto di vista SEO e della scelta delle keywords. Inoltre, devo ancora sistemare una gran mole di link rotti, le categorie e un altro centinaio di cosette che penso non sistemerò mai. E manca il tempo per seguire come dovrei anche il lato commerciale.
  2. Dato che l’argomento che tratto è un po’ “scomodo” per molti operatori di settore – intendo il tema del risparmio sulle nozze –, mi sono scontrata con una certa reticenza nel campo in cui “opero”. Hai presente? È quella stessa reticenza che si incontra quando si entra per la prima volta in una stanza zeppa di persone che tra loro si conoscono già da tempo. Se poi aggiungi che la stanza è composta principalmente da donne, a te le dovute conclusioni.
  3. L’ ultima grande difficoltà è stata quella di metterci la faccia in prima persona: lì, in quella specie di “insieme mondiale di reti telematiche interconnesse fra loro”, non hai difese. Sei alla mercé dei commenti e dei giudizi. E io, anche se può non sembrare, in verità sono una persona timida e riservata. Quindi, se avessi potuto pagare una persona al mio posto, lo avrei sicuramente preferito.

Come supero queste difficoltà? Con tenacia, costanza e tanta ironia e autoironia. Facendo una cosa alla volta, dandomi delle priorità e cercando di migliorarmi e di fare del mio meglio al massimo delle mie possibilità, vivendo giorno per giorno, un obbiettivo alla volta, e rimanendo il più possibile coerente con me stessa e il mio credo.
Rispetto al secondo punto, vorrei aggiungere anche che, proprio perché in Italia le wedding blogger che si sono imposte sono pochissime, la convocazione al Write my wedding – il primo press educational in Italia dedicato alla promozione di una wedding destination tramite le wedding writer –, oltre a riempirmi di orgoglio, è la dimostrazione che qualcosa sta cambiando. Nel nostro piccolo stiamo compiendo una vera e propria rivoluzione, poiché questo tipo di eventi – una consuetudine nei Paesi anglosassoni – erano impensabili in Italia fino a qualche tempo fa.

 

Il blog ti ha pure consentito di trovare un nuovo lavoro, alla faccia degli scettici del personal branding online. Puoi spiegarci come sono andate le cose?
Già! Assurdo! Io stessa ancora non ci credo, eppure è così, anche se oggi posso dirti che le proposte sono state ben due. Beh, sicuramente i fattori che mi hanno portato a questo risultato sono stai diversi:

  1. Il famigerato #fattoreC – che non è il fattore calcio – ha avuto il suo peso. Quel fattore cioè che mi ha fatto trovare “al posto giusto al momento giusto”. Mi spiego meglio: sapevo che non avrei mai potuto emergere se aprivo un blog che parlasse prettamente di web marketing, ma sapevo invece che – memore degli insegnamenti del master –, se lo avessi fatto in una nicchia di mercato – che mi piacesse – con minor concorrenza, sarei sicuramente riuscita a farmi notare. Prima o poi – più prima che poi –, anche questo “campo” avrebbe avuto bisogno di figure professionali specializzate, no?
  2. Essendo pragmatica e realista. Non ho mai pensato che il mio blog mi avrebbe dato da mangiare, ma che, attraverso di esso, avrei potuto dimostrare le mie competenze, quello sì.
  3. Non “tirarmela”. A chi mi ha chiesto uno scambio, un guest post, un consiglio o un aiuto – dove mi era possibile – ho risposto positivamente, senza aspettarmi niente in cambio. Sapevo cioè che il mio impegno avrebbe portato risultati di riflesso anche a loro, e così è stato. Ecco che uno sponsor esperto – Given2.com – ha potuto misurare concretamente la qualità del mio lavoro, esattamente come se avessi fatto un periodo di prova tradizionale.  😉  Nessun titolo altisonante insomma, ma citando Paolo Cevoli: “Fatti, non pugnette!”.

 

Di certo, ci staranno leggendo molti blogger. Quali suggerimenti ti senti di dargli per riuscire a far ottenere più visibilità al loro blog?
Vado con la lista della spesa:

  1. Scrivete bene e con uno stile che sia solo vostro, che rappresenti la vostra personalità, il vostro personale modo di percepire, sentire, comunicare; non abbiate paura di essere voi stessi insomma.
  2. Leggete e imparate da chi lo fa meglio di voi.
  3. Non scoraggiatevi mai! Seguite sempre le vostre passioni, con costanza e pazienza, alla lunga vi ripagheranno. Niente dopotutto arriva senza sforzo e facilmente, ma è giusto così: la sfida sta alla creatività come la benzina alla macchina.
  4. SEO! Ragazzi, imparate (almeno) le regole base di una buona scrittura SEO friendly. Ve lo dico proprio io che ancora “ho da imparà” e vedo che, quando ho qualche nozione in più, i risultati sono immediati.
  5. Andate di “strategia”: trovate una nicchia scoperta e occupatela prima che lo facciano altri, ma fatelo con un obbiettivo chiaro in testa e non alla cieca!
  6. Siate sensatamente ottimisti.
  7. Controllate e analizzate le statistiche per capire quale argomento interessa o coinvolge di più nel vostro blog, in modo da implementarlo e approfondirlo.
  8. Create sinergie e siate generosi (moderatamente, eh).
  9. Siate social, e quindi commentate se volete essere commentati. Se poi lo fate con attenzione e creatività – la stessa che mettete nei vostri articoli –, vi porterà benefici impenasabili. Ad esempio io e Alessandro Scuratti ci siamo conosciuti proprio così.
  10. “Non buttate via niente, sì come il maiale” – non so da voi, ma in Toscana si dice così. Ho scoperto infatti che i commenti negativi possono diventare un punto di forza e, se utilizzati bene, possono tornarci utili.
  11. Ponetevi degli obiettivi giornalieri e, se non li portate a compimento, non scoraggiatevi. “Dopo tutto, domani è un altro giorno” (cit. Rossella O’Hara).

 

Per quella che è la tua esperienza, quali sono le caratteristiche di un blogger di successo?
Beh, secondo me un blogger di successo è quello che fa la differenza. Cioè è quello che porta un cambiamento, che apporta conoscenza, che viene percepito come un esperto – perché quello che dice è tangibile, reale e misurabile –, tanto da motivare gli utenti ad agire e a “sposare” la sua idea, missione, filosofia, azienda.

 

Dicevamo che, oltre a essere una blogger, sei anche una social media manager. In che cosa consiste questo lavoro?
Vediamo se riesco a riassumere: il social media manager è quella figura su cui pesa la responsabilità e il controllo dei social media di un’azienda. Il suo lavoro consiste nella pianificazione e nella progettazione delle strategie di social media marketing e comunicazione sui media sociali. È colui che gestisce e analizza i contenuti e le campagne di promozione correlate ad esse, con l’obiettivo preciso di accrescere i “seguaci” – e con essi la visibilità del brand – e conseguentemente l’interazione degli stessi con i contenuti condivisi.
Ci sono riuscita?

 

Sì, direi di sì.  🙂  Restando in tema, vorrei domandarti quali sono, secondo te, gli errori più comuni che le aziende commettono nell’usare i social network.
Posso elencarti i maggiori errori che riscontro nel mio settore di competenza. L’errore più comune è quello di non delegare, affidando i social a persone professionalmente non preparate. O peggio: spesso è lo stesso proprietario che li gestisce. Da questo ne consegue che:

  1. Non si agisce in base a degli obiettivi chiari e precisi.
  2. Si assume un atteggiamento di tipo “personale” nei confronti delle critiche.
  3. Si creano contenuti fortemente autoreferenziali e promozionali.
  4. Non si socializza, e quindi la comunicazione acquisisce uno stile “tipo Vanna Marchi”: io parlo, voi state zitti e ascoltatemi.
  5. Si acquistano follower fasulli – ma questo lo vedo fare anche agli esperti – perché fa “fico”.
  6. Non si risponde ai commenti, e quindi non si dialoga con i propri “possibili clienti”, cosa invece indispensabile per intuire che cosa vuole il mercato.
  7. Non si sa rispondere correttamente ai commenti negativi.
  8. Non si sa gestire la concorrenza in un “faccia a faccia”.
  9. Non si sa ottimizzare il budget nelle campagne promozionali, sprecando denaro inutilmente.

 

Consiglieresti a un’azienda di aprire un corporate blog?
Assolutamente sì! Perché è un mezzo potente per attirare nuovi potenziali clienti e per far crescere la propria reputazione online. Il corporate blog è il vero biglietto da visita di un’azienda.

 

Qual è la tua definizione di contenuti di qualità?
Ci sono quelli di qualità secondo Google e poi ci sono quelli di qualità secondo gli utenti. Sarò lapidaria: dal mio punto di vista, i contenuti di qualità – lasciando stare la SEO – sono quei contenuti comprensibili e piacevoli da leggere, altamente informativi e riconosciuti come concreti dagli utenti. Saranno infatti proprio gli utenti a decreterare se sono contenuti di valore o meno. Come? Diventando “seguaci” del sito o blog che li ospita, commentandoli, condividendoli. E se i contenuti producono anche un’azione ben definita e misurabile – come un acquisto o una richiesta di contatto –, allora direi che ci siamo.

 

Siamo in chiusura. Quali sono i tuoi progetti a breve termine? E quelli sul lungo periodo?
A breve: sicuramente sposarmi rimanendo sana di mente, in modo da godermi il momento anche dal punto di vista emozionale, oltre che sociale e lavorativo.
A lungo termine: lavorando con Given2 e avendo investito tempo e fatica nel progetto, l’obiettivo è quello di apportare un valido contributo per farlo crescere esponenzialmente anche a livello internazionale.
Per quanto riguarda Sposiamoci risparmiando invece: continuerò a divulgare “consigli oculati” a chi li vorrà ascoltare, poi vediamo che succede. Di idee ce ne sono tante, anche io sono curiosa di scoprire come si evolveranno.

 

Ringrazio Rebecca per il tempo che mi ha dedicato. Oltre che su Sposiamoci risparmiando, vi consiglio di seguirla anche sulla pagina Facebook del blog, che ha quasi diecimila fan. In effetti, il successo di Rebecca non si è arrestato al blog, ma è proseguito anche sui social network, dove la nostra “sposa oculata” dimostra di sapersela cavare egregiamente anche come community manager.

1 pensiero su “Intervista a Rebecca Riparbelli, blogger di “Sposiamoci risparmiando”

  1. Antonio Rizza

    Senza rinunciare a molto la vedo dura, avevo provato a vedere ma ho deciso di rinunciare. Io per risparmiare ho usato il sito Prezzi matrimonio ristorante fotografo abiti…... Ho così contattato circa 20 aziende della mia zona e per qualche servizio ho trovato dei fornitori a buoni prezzi. Unica cosa non tutte le zone sono gestite e molte zone sembrano avere poche aziende dentro il sistema pubblicitario (almeno questo è quello che ho capito visitando la pagina aziende). Comunque io ho risparmiato fra il 10 e il 20 % sulle bomboniere (per lo stesso prodotto), un pò di soldini sul ristorante a parità di menù e con location equivalente e stiamo valutando anche sul fotografo….

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