Che cos’è il personal branding? Prima di dare una definizione precisa della materia, voglio fare una piccola introduzione.
Te ne sei senz’altro accorto anche tu, qualunque mestiere o professione tu faccia: oggi come oggi, è più difficile promuoversi rispetto al passato. Trovare nuovi clienti è diventato più complicato, perché la concorrenza è più agguerrita. In un simile contesto di mercato, come si fa a emergere? Come si conquista visibilità? Come si promuove la propria competenza professionale? In altre parole: com’è possibile farsi notare dai clienti e poi farsi preferire ai competitor? Se sei un imprenditore, ma soprattutto un libero professionista, è il personal branding che ti viene in aiuto, trasformandoti in un vero e proprio brand, capace di essere percepito in modo unico nella tua nicchia.
Che cos’è il personal branding?
Torniamo allora alla domanda iniziale: che cos’è il personal branding? Per esempio, Wikipedia ci spiega che questa disciplina coincide con “la capacità di promuovere se stessi, per essere graditi o comunque appetibili nei confronti di una comunità di consociati, e di promuovere se stessi con modalità simili a quanto succede in campo economico con i prodotti commerciali”. Inoltre, fare personal branding significa “concentrarsi anche sulle modalità di promozione oltre che sul valore da offrire”. Un misto di marketing strategico e operativo, dunque.
A chi è utile il personal branding? E quando è utile? Creare un brand di se stessi è utile a chiunque. Ma proprio a chiunque, cioè a tutti quanti. In effetti, se ci pensiamo, sono svariate le situazioni in cui possiamo trarre un vantaggio dal far percepire agli altri in maniera corretta il nostro valore. D’altro canto, fare personal branding è utile in particolare ai liberi professionisti. Questi ultimi, non essendo dipendenti di un’azienda che gli possa garantire visibilità e riconoscibilità, devono procurarsi da sé quella visibilità e quella riconoscibilità.
Questo è per esempio il problema di tanti ragazzi che entrano nel mercato del digital marketing come freelance. Un problema che conosce bene, poiché insegno in un paio di master post universitari. Come può un giovane creare intorno a sé una percezione professionale e positiva? Deve diventare un brand. Sì, è così: brand non è un sostantivo spendibile solo per aziende e prodotti. Si può associare anche alle persone, con tutti i benefici del caso. E proprio da queste premesse nasce il personal branding.
Insomma: questa è una disciplina che permette a una qualsiasi persona – così come fa per le aziende – di definire i propri punti di forza e ciò che la distingue dagli altri professionisti o aziende che competono nello stesso settore, creando il proprio brand personale. Scopo del personal branding è poi comunicare in maniera vincente quel marchio personale, trasferendo quindi agli interlocutori l’immagine professionale della persona.
Come ho già indicato, il personal branding si fonda sul marketing. Lo si vede anche solo dal fatto che questa disciplina spinge la singola persona a individuare ciò che la differenzia dalle altre. E questo è per l’appunto uno dei capisaldi del marketing moderno.
Il vantaggio del fare branding di se stessi sarà quello di acquisire maggior visibilità a autorevolezza negli ambianti che ci interessano. Proprio questo, infatti, è il beneficio maggiore che porta in dote il marketing di se stessi. (Il personal branding non è di certo una disciplina nuova: una volta, ne ho personalmente un ricordo chiaro negli Anni ’90, lo si chiamava self marketing).
Il nostro discorso prosegue limitando il campo della nostra indagine al web. Voglio cioè parlarvi del personal branding che si fa attraverso i diversi canali online. Nello specifico, farò riferimento a una bella infografica di Placester – in alto a destra, clicca per ingrandirla. Si tratta di una guida sintetica ma interessante su come fare marketing di se stessi nel web 2.0.
I consigli dell’infografica – una piccola guida a come creare il nostro brand personale – sono ottimi, poiché ci spingono a riflettere su alcuni dei punti più delicati del personal branding online. Ecco allora che ve li ho tradotti – e commentati, dove lo ritenevo utile – qui di seguito:
Autenticità
Mostrati per chi sei veramente. Scopri ciò che c’è di unico in te e fanne mostra. Di più: fa sì che diventi il pilastro su cui si fonda la tua differenza rispetto ai concorrenti. Insomma: costruisci il tuo brand, la tua immagine personale, il tuo marchio di fabbrica sulla tua unicità. Questo è il cuore del personal branding e, per metterlo in pratica, devi ragionare in termini strategici: come vuoi esser percepito dal mercato? Che immagine vuoi trasferire di te ai clienti? Non essere artificioso: scegli di puntare su quello che sai fare concretamente. Sui problemi che la tua consulenza risolve ai clienti.
Blog
Il tuo blog personale è il motore e il carburante del tuo personal branding. Se non l’hai ancora fatto, devi aprire un blog. E una volta che hai creato il tuo blog personale devi continuare ad aggiornarlo. Questo perché il marketing di se stessi ha una data di inizio, ma non ne ha una di scadenza.
Contenuti
I contenuti di qualità, cioè i contenuti web capaci di creare valore per i lettori della tua nicchia (che sono i tuoi potenziali clienti), hanno un potere magnetico. Quindi, fa’ in modo di creare una buona quantità di contenuti originali e utili per guadagnare autorevolezza e la fiducia di chi decide di seguirti e, magari, di commissionarti un lavoro.
Definisci il tuo pubblico
Per focalizzarti al meglio sui bisogni dei tuoi lettori, devi capire perfettamente quali sono i loro bisogni e come li puoi soddisfare. In tal senso, condurre un’indagine di tanto in tanto si rivela utilissimo, per scoprire a quali esigenze i tuoi clienti cercano di dare una soluzione. Non ritenere mai per scontato che il tuo personal branding si muova sempre nella direzione giusta: potrebbe talvolta necessitare di qualche aggiustamento tattico.
E-mail list
La lista delle e-mail è il tuo asso nella manica, il tuo money media. Questo è vero per le persone, ma ancor più vero per le aziende. Perché l’e-mail marketing è un mezzo promozionale che può contare sul consenso esplicito del ricevente l’e.mail, e poi è privato e molto persuasivo. Perciò, cura costantemente la crescita della tua lista di indirizzi e-mail, a cui devi abbinare un efficace lead nurturing.
Focus
Essere focalizzati aiuta a fare marketing, e quindi aiuta anche a fare personal branding. Evita pertanto qualsiasi linguaggio che sia gergale e perciò oscuro (defocalizzante) alle orecchie del tuo pubblico. Sintonizzati sulla tua nicchia e comunica i tuoi messaggi in modo che siano perfettamente chiari e comprensibili a chi li legge.
Graphic design
Tutto ciò che crei dev’essere riconducibile a te, cioè al tuo brand. Quindi, scegli con attenzione i colori del tuo blog e del tuo logo, e crea una grafica che si armonizzi con lo spirito e la filosofia che ti rappresentano. In effetti, fare personal branding significa anche dare una percezione visiva della propria professionalità.
Help: aiuta gli altri
Non aspettare che le opportunità vengano a bussare alla tua porta. Valle a cercare tu. E un modo molto efficace di fare personal branding è quello di esser sempre il primo ad aiutare gli altri, a connettere le persone tra di loro, a esplorare nuove strade che possono portare un beneficio a tutti gli appartenenti alla nicchia. Insomma: vuoi ricevere? Inizia prima a dare tu…
Influencer
Stringere legami personali con gli influencer della tua nicchia è un ottimo modo per cominciare a fare personal branding. Perciò, cerca i leader del tuo settore, fatti conoscere da loro, trova il modo di rappresentare in qualche modo un valore ai loro occhi.
Join!
In altre parole: l’unione fa la forza. Quindi, cerca altri gruppi di utenti web con i tuoi stessi interessi e unisciti a loro. Contribuisci alla crescita di questi gruppi. Sarà un bel modo di farti conoscere nel tuo settore lavorativo, cioè di fare promuovere il tuo brand personale e le tue competenze professionali.
Keyword
Fa’ uno sforzo d’immaginazione: quali keyword dovrebbero digitare su Google gli utenti della tua nicchia per trovarti? Stila una lista delle parole chiave che ti identificano e inizia a usarle nei tuoi articoli e nei tuoi post. Eh, già: una parte del personal branding passa anche dall’ottimizzazione SEO!
Questo social network è oramai diventato il who’s who dei professionisti di ogni settore (in Italia conta attualmente circa 14 milioni di iscritti e oltre 680 milioni nel mondo intero). Pertanto, apri un profilo su LinkedIn e curalo in modo tale da renderlo completo e aggiornato. Vedrai che, in ottica di personal branding, questo sforzo ti ripagherà con gli interessi. In effetti, LinkedIn è una piattaforma che si dimostra davvero utilissima per la lead generation.
Media
Trattare i media in poche righe è impossibile, perché si finisce per essere troppo generici. Nonostante ciò, si può dire che i media sono indispensabili per il tuo personal branding. Che consiglio per sfruttarli appieno? Individua quindi i media che hanno più influenza o che più sono usati dal pubblico della tua nicchia e cerca di sfruttare gli strumenti che mettono a disposizione per promuovere il tuo brand.
Network
Crea contatti a livello locale, regionale, mondiale. Dovresti avere un bel biglietto da visita o qualcosa d’altro da lasciare ai clienti potenziali affinché esse si ricordino di te. Ci sono però anche altri modi – spesso trascurati – per fare personal branding in questa direzione. Ne scelgo uno su tutti: la firma delle tue e-mail. Fa’ in modo che essa trasferisca fedelmente la tua immagine professionale. Ad ogni modo, ricorda di coltivare i rapporti che crei attraverso le tue attività di networking, altrimenti questi legami si dissolveranno con il passare del tempo.
Opinioni personali
Fa’ valere le tue opinioni personali, esprimendole con convinzione e coerenza. Così come a un blogger è indispensabile avere una propria voce – che ne costituisce uno dei marchi di fabbrica –, allo stesso modo è doveroso avere una propria voce per distinguersi dalla massa indifferenziata degli altri professionisti e fare personal branding come si deve. Come ho accennato all’inizio del post, il marketing da’ un’indicazione perentoria in questo: allarga le quote di mercato e fa crescere il fatturato solo chi si sa differenziare dalla concorrenza.
Photo
Bella o brutta che sia, la tua faccia deve apparire nei profili dei social network su cui sei presente e, più in generale, dev’essere associata a tutti i canali – blog, sito web ecc. – che usi per comunicare online. Perciò, fatti fare una foto professionale, che testimoni la tua competenza e affidabilità, e il fatto che vuoi e puoi essere una risorsa per gli altri utenti della tua nicchia e, soprattutto, per i tuoi clienti.
Questions: domande, domande, domande…
Fa’ domande. Chiedi alle persone di raccontarti le loro storie. Chiedi di parlarti delle loro idee. Ecco una buona pratica del personal branding: trasformati in una persona che chiede e che, soprattutto, sa ascoltare le risposte altrui. C’è sempre un gran bisogno di persone che sanno ascoltare in questo mondo di urlatori. 🙂
Riconosci i meriti altrui
Difficilmente si raggiungono i propri obiettivi contando unicamente sulle proprie forze. Più spesso, il successo è dovuto al lavoro di più persone, riunite in un team. Bene, elogia in privato e in pubblico il lavoro delle persone che ti hanno permesso di centrare i tuoi obiettivi di personal branding. Non assumerti i meriti professionali altrui.
Slogan
Proprio come in un sito di ecommerce, in una landing page o in un banner pubblicitario, anche tu hai bisogno di una unique selling proposition (USP). Hai cioè bisogno di uno slogan potente che individui il tuo brand, cioè la tua proposta di valore. Ovviamente, questo slogan dev’essere espressivo, conciso e… memorabile. Non è facile crearlo, mi rendo conto, ma averlo è una spinta in più.
Teach, cioè insegnare
Il personal branding c’entra con l’insegnare qualcosa a qualcuno? Sì, eccome. Lo hai visto tu stesso, chissà quante volte: le persone che ti hanno insegnato qualcosa sono state molto importanti nel tuo sviluppo personale e professionale. Bene, ora è il momento di provare a porti tu stesso come insegnante per lo sviluppo degli altri. D’altro canto, è anche naturale che chi ha un brand forte influenzi gli altri.
Understand, cioè sintonizzati sulle emozioni
Un brand fiacco è caratterizzato dal parlare di cose istituzionali, seriose, pallose. Invece, chi fa un personal branding davvero efficace punta anche sulle emozioni. Per farla breve: impara un po’ di psicologia, un po’ di copy persuasivo, per capire quali sono i tasti giusti da premere per suscitare l’emozione degli utenti della nicchia.
Voce
Le persone si ricordano di come le hai fatte sentire. Quel che dici è importante, ma come lo dici è anche più importante. Perciò, sviluppa una voce unica, ben riconoscibile. Anche perché – ne abbiamo parlato in precedenza – avere una voce che si differenzia da quelle degni altri è fondamentale nella tua tattica di personal branding, perché ti differenzia dagli altri concorrenti.
Win friends and influence people
Leggi il libro di Dale Carnegie Come trattare gli altri e farseli amici. Ancor oggi è un manuale molto utile per studiare e mettere in pratica le proprie strategie di personal branding. In effetti, sapere come instaurare rapporti collaborativi con le altre persone non è mica cosa da poco!
eXamine, cioè esamina
Hai creato una strategia e realizzato una tattica: ora, vorrai di certo sapere quali sono i risultati di tanto sforzo di personal branding. Il web in effetti è un mezzo che si presta bene alla misurazione delle azioni che vi vengono intraprese. Per esempio, la misurazione più semplice che puoi valutare è quanto sono cresciuti i tuoi visitatori sul sito web o sul blog personale. O anche quanti follower e fan in più vantano la tua fan page su Facebook e il tuo profilo su Twitter. Insomma: non dimenticare mai di verificare il feedback delle tue azioni di marketing personale.
You, cioè tu!
Si tratta della prima regola per usare una scrittura che sia veramente coinvolgente per i lettori, e cioè usare la prima persona (non si chiama personal branding per caso!). Tu sei “io” e il tuo lettore è “tu”. Occorre cioè parlare come in una conversazione amichevole. Se fai questo, i tuoi messaggi saranno più umani, e dimostrerai anche di essere uno che ci sa mettere la faccia in ciò che fa.
Zelo
Che cos’è lo zelo? È una forte passione, una forte cura, un forte entusiasmo verso ciò che si fa, per hobby o per lavoro. Essere zelanti significa non esser lì per caso, bensì tenerci parecchio a ciò che si fa. Perciò, per il bene del tuo personal branding, sii zelante: metti l’anima nella costruzione della tua presenza online e nel darle la visibilità e la sostanza che merita.
Ecco, quello sopra è il glossario (ma anche la guida) del personal branding sul web 2.0. Tante altre cose si sarebbero potute dire, dato che il self marketing è una materia davvero vasta, che coinvolge anche molte altre discipline.
Ci tengo a sottolineare ancora una volta questo: il marketing di se stessi è utile sia agli imprenditori che ai manager, ma soprattutto ai liberi professionisti. Perche fare personal branding consente di mostrare le proprie abilità professionali al mercato, valorizzando la propria unicità distintiva sulla concorrenza. Non è poco, in un mondo degli affari in cui ricevere l’attenzione dei propri clienti è diventato oramai quasi impossibile (se non si ha un grande budget pubblicitario).
E tu, che cosa ne pensi di questa lista di cose da fare? Le condividi? Vorresti aggiungere qualche altro punto all’elenco? Dai, lascia un commento qui sotto e condividi con noi tutto quel che pensi su come fare personal branding nel web dei nostri giorni!
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Questo post che spiega che cos’è il personal branding e perché è così importante oggi è stato scritto da Alessandro Scuratti, content marketing specialist e business blogger.
Da più di 20 anni mi occupo di comunicazione per le aziende, come business writer e come content marketer. Dal 2011, gestisco questo blog, che raccoglie migliaia di visite ogni giorno. Sono anche l’autore di Scrivere per il web 2.0.
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