Il corporate blog è uno degli strumenti più potenti attraverso cui le PMI e i brand possono fare content marketing. In effetti, un blog aziendale è un mezzo di comunicazione talmente efficace da poter aiutare concretamente il business di una società. E ciò qualunque sia il mercato in cui la società opera.
Proprio di blog e aziende chiacchiererò oggi con Alessio Beltrami, esperto di corporate blog e autore di BlogAziendali. Tra l’altro, esce in questi giorni un suo libro dedicato appunto a questi temi, dal titolo Come vendere con il blog aziendale (lo trovi su Amazon).
L’occasione è perciò doppiamente ghiotta. Da un lato, potremo ascoltare le opinioni e i consigli di un autorevole esperto di comunicazione aziendale. Dall’altro, potremo saperne di più su uno dei rari libri pubblicati in Italia che trattano un argomento caldo come quello dei corporate blog.
Ma lasciamo ora la parola direttamente ad Alessio. Andiamo cioè a conoscerlo meglio e ad ascoltare i suoi suggerimenti su come creare e gestire un business blog di successo.
Ciao Alessio, e grazie della tua disponibilità. Partiamo da qui: ci racconti qualcosa di te? Per esempio, qual è la tua formazione?
Ciao Alessandro e grazie a te dell’ospitalità.
Mi occupo di comunicazione e marketing da 15 anni. Ho iniziato nell’ambito musicale, occupandomi della promozione di eventi e progetti discografici. Allora i mezzi a disposizione e le mie competenze in materia digitale erano molto più acerbe, ma ho sempre puntato sul canale web.
Col tempo, la produzione dei contenuti ha preso sempre più spazio nel mio lavoro, portandomi ad approfondire e studiare le dinamiche che attraverso la scrittura conducono il consumatore ad avvicinarsi al messaggio aziendale.
Quand’è nata la tua passione per il web e, nello specifico, per i blog aziendali?
Credo di aver puntato sul web in maniera più decisa poco meno di 10 anni fa. Il copywriting in contesto web mi ha subito appassionato e, lavoro dopo lavoro, quasi per caso, mi sono avvicinato a progetti che avevano a che fare con il blog, fino a occuparmi prevalentemente di quello. Da lì l’idea di focalizzarmi solo su quell’aspetto e di aprire BlogAziendali.com nel 2010.
Ammettiamo che io sia il direttore marketing di un brand. Perché dovrei aprire un blog aziendale?
Non dovresti aprire un blog aziendale se le tue attività di marketing hanno un ROI positivo e soddisfacente, e se riesci a misurarle e a controllarle. 😉
Dovresti aprirlo se le attività di marketing non ti permettono più di ottenere gli stessi risultati di un tempo e di controllare quello che accade.
Non è un comandamento quindi, è una soluzione a un bisogno percepito da molte aziende, ovvero: come riuscire a farsi ascoltare da nuovi potenziali clienti visto che ci chiudono tutti la porta in faccia?
Il blog risponde a questa necessità ma, se quando fai telemarketing all’ora di cena ti rispondono “Buonasera, aspettavamo proprio la vostra chiamata per acquistare” o quando metti i volantini pubblicitari nelle buche delle lettere devi fermare la campagna perché un fiume di clienti intasa la tangenziale per venire a comprare i tuoi prodotti o servizi, allora non hai bisogno di un blog aziendale.
La domanda è: insegui i clienti o il tuo marketing crea le condizioni per farti inseguire? Il blog lavora sulla seconda soluzione.
Un blog aziendale è uno strumento di business che funziona solo per i brand? Mi spiego meglio: anche una PMI o un singolo professionista possono trarre vantaggio dall’apertura di un business blog?
In realtà credo funzioni molto bene con PMI e professionisti. La grande azienda ha dinamiche troppo complesse per sfruttare al 100% un blog. Policy interne, riunioni interminabili, troppe teste per parlare e decidere di aspetti davvero minimi.
Una PMI o un professionista hanno dalla loro la velocità di esecuzione e la capacità di metterci la faccia. Così riescono a sfruttare davvero uno degli aspetti più forti del blog, quello di rendere umana e credibile la comunicazione.
Spesso le aziende temono che qualche visitatore possa lasciare un commento negativo a un post. In alcuni casi, questa paura è così forte da costituire addirittura l’ostacolo principale all’apertura di un blog da parte dell’azienda. Che ti senti di dire a tal riguardo?
Un commento negativo è sintomo di interesse. Io mi preoccupo quando il post viene ignorato.
Chiaramente, serve analizzare la natura del commento negativo. Nel mio libro Come vendere con il blog ziendale dedico una sezione corposa all’argomento.
Se le critiche sono fondate, perché non sfruttare l’opportunità per dimostrare pubblicamente come si comporta l’azienda di fronte a un problema? È un ottimo esempio di customer service e così facendo lo vedono tutti. Bingo per l’immagine aziendale!
Un altro freno all’apertura di un business blog è il timore, da parte delle aziende, di non saper poi quali contenuti pubblicare. Ecco, appunto: di che cosa si può parlare in un blog aziendale?
Esistono due categorie di business che non possono aprire un blog: i bancomat e le vending machine. 😉
È una battuta per spiegare che, se esiste un dialogo tra azienda e cliente nella vita reale (come è normale che sia), esistono gli argomenti per aprire un blog. Se il rapporto è limitato a inserire il pin e a scegliere il prodotto con un codice, non è possibile.
Quindi, dalle onoranze funebri al dentista, non esiste settore in cui manchino spunti interessanti di dialogo con il cliente. In ogni settore il cliente ha problemi, timori e dubbi da risolvere. Il blog si occupa di questo.
Quali sono gli errori più comuni che le aziende commettono nei loro blog?
Te ne dico tre al volo:
1. Trattare il blog come uno spazio pubblicitario gratuito. Pensare che siccome “è mio ed è gratis” posso usarlo per veicolare gli stessi messaggi pubblicitari che userei per gli spazi a pagamento. Sarebbe bello, ma non funziona.
2. Gestione roller coaster (montagne russe). Quando il blog non è una priorità, cioè manca la costanza nel dedicargli tempo e risorse, il blogging si traduce in una gestione a singhiozzo che non riesce a costruire un rapporto con il lettore. Al contrario, la dinamica corretta in questo tipo di comunicazione è la seguente: l’azienda ha il dovere di esserci sempre e di comunicare informazioni utili in modo costante; il lettore può invece permettersi il lusso di venire quando vuole sul blog. La formula inversa non funziona.
3. “Siamo e facciamo”, firmato Pippo S.r.l. Il blog è la grande opportunità per rendere umano un rapporto che è ancora virtuale. Accorciare le distanze significa metterci la faccia. Al contrario, il non esporsi, l’essere impersonali nella propria comunicazione e il non firmarsi con nome e cognome allontana il lettore, perché se non si capisce chi c’è dall’altra parte si recepirà il messaggio con più riserve, con più dubbi. Se chi legge vede invece un volto, un nome e un cognome (che magari può digitare su Google, trovando altre informazioni), allora si sentirà sicuro e tranquillo. E sappiamo che il consumatore acquista molto più facilmente quando si sente sicuro di quello che fa.
Ci daresti qualche veloce consiglio per migliorare l’efficacia di un blog aziendale?
Scrivere è uno strumento operativo. È il punto di arrivo non il punto di partenza. Per questo il mio consiglio è quello di ragionare bene sulla strategia e sul messaggio da veicolare. Ovvero: che cosa vogliamo ottenere da questo blog? A chi ci rivolgiamo? Che cosa vogliamo comunicargli e in che modo?
Queste sono domande obbligatorie, a cui si deve rispondere prima di mettere le mani sulla tastiera.
Quali sono le qualità di un bravo business blogger?
Una su tutte è la capacità di semplificare. Internet offre tutte le risposte del mondo, quindi non esiste la formula segreta delle spezie del Colonnello Sanders di KFC da svelare.
La sfida non è in quello che sai, ma nel modo in cui riesci a comunicarlo. Sai farti capire?
Semplificare concetti complessi è la sfida più importante, perché significa essere in grado di comunicare con il consumatore, che di norma non è un esperto.
Quando parliamo di content marketing, è inevitabile far riferimento ai contenuti di qualità. Qual è la tua definizione di contenuti di qualità?
Mi chiedi una cosa su cui faccio spesso ironia e polemica. La qualità è un concetto indefinibile, per questo credo sia fuorviante utilizzarlo: non aiuta a identificare il contenuto.
Credo che per generare risultati servano contenuti rilevanti per chi legge. Questo forse è quello che si identifica con “contenuti di qualità”.
Un contenuto è di qualità se mi offre qualcosa che non trovo altrove (una prospettiva differente), se stimola la mia riflessione (mi coinvolge), se è estremamente comprensibile e se si fa ricordare senza fatica.
Siamo arrivati alla fine di questa nostra chiacchierata. Quali sono i tuoi progetti a breve termine? E quelli sul lungo periodo?
Come ricordato già in precedenza, ho appena pubblicato il libro Come vendere con il blog Aziendale (disponibile su Amazon). Resto attivo con le pubblicazioni su BlogAziendali.com e sul mio canale YouTube con le video pillole settimanali. Inoltre, ho un podcast che cerco di aggiornare regolarmente. 😉
Ringrazio Alessio per il tempo che è riuscito a dedicarmi, strappandolo ai suoi numerosi impegni. Il consiglio che rivolgo a tutti voi è quello di continuare a seguirlo: i corporate blog hanno un’efficacia oramai dimostrata e, in futuro, il loro peso aumenterà sempre più. Sono i professionisti come Alessio Beltrami che possono aiutarci a capire quale direzione prenderà il business blogging e, più in generale, quali saranno le pratiche di comunicazione aziendale da adottare sul web.