Hai creato il tuo blog aziendale? Oppure hai finalmente messo online i profili Facebook e Twitter della tua azienda? Bene, il primo e fondamentale passo l’hai fatto: sei sbarcato sui social media.
Però, ti sei subito reso conto di un fatto: gestire un blog aziendale e le attività social non è come creare un sito web. L’impegno sui social media è – in genere – molto più oneroso di quello necessario per mantenere online un sito istituzionale.
Il motivo di questa differenza è dato in primo luogo dall’interazione più stretta con il pubblico. In effetti, l’interazione è sicuramente più vivace sui social media. La continua ricerca di engagement sui social network e di dialogo attraverso i commenti sul blog aziendale possono dare molti grattacapi sia ai community manager che ai blogger di un brand o di una PMI.
Proprio in virtù di quanto detto, una delle domande che spesso ci si fa – dopo aver dato il via alla propria presenza sui social media – è: e ora che contenuti pubblico?
Già, che fare? Che linea editoriale scegliere? È chiaro che i social media rappresentano uno strumento di comunicazione ideale per parlare dei prodotti, dei valori e delle eccellenze aziendali. Ma è altrettanto chiaro che non si può parlare solo di quelli, sennò si ricadrebbe in un’ottica comunicativa di tipo brodcasting. Sarebbe cioè come se il brand o la PMI prendessero un megafono e cominciassero a fare lunghi monologhi autoreferenziali. Molto presto, anche la parte di pubblico più affezionata si stancherebbe di questa litania monocorde e pretenziosa.
Dunque, di che cosa bisogna parlare sui social media? Quali sono i vari tipi di contenuti che vanno alternati tra di loro? Esiste ciò uno schema pratico per preparare un piano editoriale dedicato al blog e ai profili sui social network dell’azienda?
Sì, esistono più indicazioni per dare una risposta a questi interrogativi. E una vera e propria ricetta la dà anche Constant Contact, nell’infografica a destra – cliccaci sopra per ingrandirla. Si tratta per l’esattezza di uno schema 50-30-20. Vediamo nei dettagli in che cosa consiste.
In pratica, il tuo sforzo deve produrre, nel 50% dei casi, contenuti web che creino engagement, divertendo, stupendo, emozionando il pubblico, e spingendolo successivamente alla condivisione. Questo si può ottenere per esempio attraverso la pubblicazione online di:
- Fotografie che non siano piatte immagini di repertorio, ma che anzi coinvolgano le emozioni di chi le osserva.
- Video che possano diventare virali. (In realtà, fare viral marketing è tutt’altro che semplice, e dare consigli pratici su come creare contenuti virali è molto complesso, perché i suggerimenti andrebbero messi in relazione con lo specifico settore in cui il brand o la PMI operano).
- Post o aggiornamenti di stato che contengano domande dirette al proprio pubblico, stimolandolo così all’interazione.
- Test e quiz così interessanti che invoglino gli utenti web a parteciparvi e a condividerne poi i risultati. (Per esempio, su questo blog, ne ho pubblicato uno anch’io).
- Elenchi di cose da fare per migliorare in un aspetto lavorativo, personale ecc. (In questo tipo di contenuti rientra per esempio anche questo mio post).
Il 30% delle tue energie deve essere poi indirizzato a creare contenuti che – ancor di più che al punto precedente – risolvano problemi reali dei tuoi clienti, potenziali o già acquisiti. Si tratta insomma di scrivere i cosiddetti contenuti di qualità. Nello specifico, dovresti sforzarti di pubblicare online:
- Notizie molto rilevanti che riguardano la tua nicchia.
- Consigli per risolvere i problemi più comuni del tuo pubblico. Si tratta di creare, per esempio, post del blog aziendale o aggiornamenti di stato sui profili social del tipo “how to”.
Da ultimo, dopo che ti sei preoccupato di creare valore per il tuo pubblico nell’80% dei tuoi contenuti, puoi permetterti ora di promuovere il tuo business nel restante 20%. Per esempio, adesso puoi:
- Pubblicizzare i tuoi nuovi prodotti o le migliorie apportate a prodotti già in commercio.
- Dare spazio alle storie dei tuoi clienti, sfruttando la potenza dello storytelling.
- Reclamizzare le tue eventuali offerte e promozioni in corso.
Ecco, questa è la formula 50-30-20 indicata da Constant Contact per fare content marketing che funziona sui social media. Tu che cosa ne pensi? Ti sembra una ricetta che possa dare buoni frutti per un brand o per una PMI?
Più in generale, conosci altre formule per fare content marketing efficace su un blog aziendale e sui profili sociali di una società? Se sì, quali sono questi metodi che permettono di avere una presenza sui social capace di impattare realmente sul ROI? Condividili con tutti noi lasciando un commento qui sotto!