Che dire su un libro che è un vero e proprio bestseller e cult come Confessioni di un pubblicitario (puoi trovarlo su Amazon.it)? Si tratta dell’autobiografia di David Ogilvy, uno dei più grandi pubblicitari di ogni tempo. È al tempo stesso anche un manuale di tecniche di pubblicità e una preziosa testimonianza su ciò che significa lavorare nel mondo dell’advertising.
Ogilvy parte dal racconto della sua gioventù avventurosa. Scozzese di nascita, per un po’ ha venduto elettrodomestici a Londra. Poi è stato cuoco a Parigi. In seguito, ha lavorato all’università di Princeton. Solo dopo i trent’anni, ha aperto un’agenzia di pubblicità a New York. Ed è qui che è arrivato il successo mondiale nel campo dell’advertising.
Per Ogilvy, la pubblicità è qualcosa di utile. Perché, quand’è onesta, c’informa su un nuovo prodotto, che forse potrebbe aiutarci. E se è invece la pubblicità è disonesta? Non è un problema. Perché, se compriamo un cattivo prodotto spacciato per ottimo, ce ne accorgiamo. Sempre. E poi non lo compriamo più.
Confessioni di un pubblicitario ci dicono anche come si diventa bravi a livello pratico nel fare pubblicità. Il talento conta, ma non è sufficiente da solo. Bisogna anche conoscere le varie tecniche pubblicitarie e, soprattutto, lavorare duro. In più, un bravo pubblicitario ha spirito d’osservazione, è curioso di tutto ed è aperto alle novità. Sa anche reagire agli inevitabili fallimenti, che sono immancabili. E accetta le critiche. Anzi: è il primo critico nei confronti di se stesso.
Col tono autorevole di chi sa d’essere bravo e non lo nasconde, David Ogilvy ci dà molti consigli pratici su come ideare buone pubblicità. Da quelle per i giornali a quelle per la televisione.
Prima di tutto, bisogna essere semplici, brevi, concreti. Bisogna poi mettersi nei panni di chi comprerà il prodotto e capire esattamente ciò che vuole, i suoi desideri. Ma attenzione: si deve fare pubblicità solo ai buoni prodotti. In altri termini: un pubblicitario non deve fare pubblicità a un prodotto che non comprerebbe mai. Quindi, un bravo professionista dell’advertising dice sempre la verità: fa parlare solo i fatti. Inoltre, si mette nei panni anche dell’azienda che ha creato il prodotto, per capire bene quali obiettivi di mercato ha. Solo così può dare la giusta personalità al prodotto e promuoverlo (cioè renderlo interessante) al target corretto.
Nel libro, Ogilvy ci spiega infine come si dirige un’agenzia pubblicitaria. Un bravo direttore assume gente che ha passione per il lavoro. Perché solo chi ha passione per il proprio lavoro dà il massimo e può ottenere risultati.
Poi, un bravo direttore assume solo chi è onesto e leale. E sceglie i professionisti migliori, per formare la miglior squadra di lavoro possibile. Inoltre, cura che i dipendenti aggiornino le loro conoscenze. Si sforza poi d’essere sempre giusto e si prende le sue responsabilità, anche davanti a scelte difficili. Un bravo direttore ascolta più che parlare. E non pensa solo al presente dell’agenzia, ma anche al suo futuro. Infine, sa gestire i rapporti coi clienti.
Tirando le conclusioni, che cosa si può dire di Confessioni di un pubblicitario (puoi comprarlo su Amazon.it)? Il libro è a metà tra l’autobiografia e la guida operativa. A chi è consigliato? Ovviamente è una lettura più che utile per tutti coloro che lavorano nel campo della pubblicità. Ma non solo. In effetti, io suggerirei di leggere questo libro anche agli imprenditori e ai direttori marketing, cioè a due figure del mondo degli affari che non possono permettersi di ignorare le basi dell’advertising.