Come fare social media marketing vincente? Una domanda che tutte le PMI e i brand si fanno, poiché fare errori nella gestione dei propri account social è facilissimo, e spesso ciò ha conseguenze davvero gravi per l’immagine e per il business di un’azienda.
Ho scovato sul web una simpatica vignetta di Marketoonist– a destra, clicca per ingrandirla – che spiega quali sono i sette vizi capitali del social media marketing. In pratica, si tratta di sette atteggiamenti che le aziende tengono sui social network e che sono controproducenti per i loro affari. Perché gli fanno perdere l’attenzione del proprio pubblico, l’opportunità di creare engagement e – di riflesso – la possibilità di vendere!
Andiamo perciò a vedere, uno a uno, quali sono questi imperdonabili errori grossolani, e che cosa possiamo invece fare per evitarli.
Primo vizio capitale del social media marketing: la lussuria
Alla lussuria è stata associata la ricerca spasmodica di nuovi fan e follower con mezzi che non c’entrano alcunché con il marketing fatto seriamente. Nello specifico, si fa riferimento all’acquisto di fan e follower. Una pratica sempre sconsigliabile. Prima di tutto perché non ci porta reali vantaggi: abbiamo comperato manichini e non consumatori realmente disposti a diventare nostri clienti. E poi perché si rischia di essere facilmente scoperti, con la pessima figura conseguente.
Secondo vizio capitale del social media marketing: l’accidia
Di norma, questo vizio si manifesta nell’operare sui diversi social network sempre allo stesso modo. Cioè: la nostra pigrizia – o ignoranza del mezzo di comunicazione web – ci spinge a pubblicare sui diversi canali social lo stesso, identico contenuto, senza alcuna modifica. Questo, ovviamente, è un errore, perché ogni social network ha una sua grammatica della comunicazione, e noi dobbiamo adeguarci a essa. Altrimenti, l’efficacia della nostra comunicazione ne risulterà depotenziata.
Terzo vizio capitale del social media marketing: la gola
Aziende: non vi par vero di poter spammare anche sui social network le vostre presunte abilità e le mirabolanti qualità dei vostri prodotti e servizi? Giusto? Bene, se avete risposto di sì alla mia domanda, sappiate che il social media marketing non si fa così. Cercate invece di creare valore per il pubblico della vostra nicchia, aumentando l’engagement dei fan nei vostri confronti. Le differenti piattaforme social non andrebbero mai adoperate in modalità broadcasting! Sul web bisogna coinvolgere e non fare lunghi monologhi autoreferenziali a cui ben difficilmente i potenziali clienti abboccheranno.
Quarto vizio capitale del social media marketing: la superbia
Avete mai provato a digitare su Google la query “azienda leader di mercato”? A me vengono restituiti quasi un milione di risultati. 🙂 Le cose non vanno meglio sui social network, dove – come già ricordato alla fine del punto precedente – le aziende vogliono dimostrare di avere un’immagine perfetta, inappuntabile. Ma tutto questo “tirarsela” non produce l’effetto sperato. Perché gli utenti dei social non amano chi usa toni altezzosi. Perciò, le aziende che vogliono fare social media marketing davvero efficace dovrebbero affrettarsi a scendere dal piedistallo, gettare il megafono e iniziare ad ascoltare le persone e a tessere relazioni con loro.
Quinto vizio capitale del social media marketing: l’avarizia
Le aziende dovrebbero capire che non è peccato mortale condividere sul proprio profilo social i contenuti di qualità che siano stati postati da altri. Fare retweet o condividere ciò che di valore è stato pubblicato da un altro utente non è una diminutio di ciò che l’azienda sa fare. Anzi, è partecipare di quel valore. Condividere significa anche interagire con il pubblico della propria nicchia. Perciò, se un’azienda scova un contenuto di indubbio valore pubblicato da altri, può senz’altro riproporlo a vantaggio dei propri fan o follower.
Sesto vizio capitale del social media marketing: l’invidia
Se un hashtag sta avendo successo, è bene che l’azienda valuti attentamente se davvero conviene o no provare a sfruttarne la popolarità. Vale a dire: non tutti gli hashtag si prestano a poter essere usati da parte di una PMI o di un brand come tattica di social media marketing. Esistono esempi di aziende che hanno usato hashtag molto popolari per tentare di farsi pubblicità e hanno ottenuto l’effetto opposto: a livello di immagine, si sono fatte un autogol. Quindi, occorre pensarci molto bene prima di inserirsi su un hashtag che ha avuto una buona diffusione con l’intento di sfruttarne la scia. Non sempre la visibilità che si ottiene può essere positiva.
Settimo vizio capitale del social media marketing: l’ira
Non tutti possono piacere a tutti. Anche le aziende devono accettare questo fatto. Perché metterci la faccia sui social network significa anche mostrare il fianco a eventuali critiche o polemiche. Che non vanno affrontate arrabbiandosi ma, al contrario, con spirito costruttivo. Insomma: il mestiere di community manager è affare per gente che ha sangue freddo, oltre che per veri professionisti della comunicazione sul web.
Ecco, questi sono i sette vizi capitali del social media marketing secondo Marketoonist. E tu, come va vedi? A tuo giudizio, esistono altri errori altrettanto gravi che una PMI o un brand possono fare sui social network? In altre parole: quali tipi di ulteriori disastri si possono commettere nel tentare di fare social media marketing?