Da più parti si continua a dire che, in ottica SEO, questo 2013 sarà l’anno delle penalizzazioni da parte di Google. Non sembra difficile dare credito a queste voci: Matt Cutts ha recentemente spiegato che l’aggiornamento di Google Penguin sta per arrivare e che, insieme a molte altre novità, è previsto nei prossimi mesi anche un ritocco a Google Panda.
Insomma: se le promesse saranno mantenute, l’estate 2013 sarà piena di cattive sorprese per tutti quei webmaster che usano tecniche sporche di search engine optimization. Una raffica di penalizzazioni mi troverebbe personalmente molto contento: sarebbe davvero ora che il motore di ricerca di Mountain View facesse una bella pulizia nelle sue SERP, estromettendo chi non rispetta le regole perché non sa o non vuole far la fatica di creare contenuti di qualità.
Dunque, se gli aggiornamenti dell’algoritmo di Google saranno davvero così potenti, si può immaginare che il 2013 sarà un anno piuttosto memorabile. Che fare allora per non rimanere vittima di una penalizzazione? Si possono fornire delle linee guida, cioè dei veri e propri consigli SEO, sulle tecniche che fin qui sono state abusate e che oggi – in realtà non solo da oggi, ma da un bel po’ – sono da evitare come la peste!
Ecco dunque quali sono le principali tecniche di search engine optimization che non vanno più adoperate. Insieme ad esse, alcuni suggerimenti su come fare a rimpiazzarle con attività SEO assolutamente lecite.
1. Contenuti duplicati
Un imperativo: niente contenuti duplicati. Mai e poi mai. Perché sul web – come del resto nelle attività offline! – non si copia il lavoro altrui.
In questo caso, la soluzione da adottare per evitare penalizzazioni è semplice da dire, ma difficile da mettere in pratica: occorre creare da sé i propri contenuti di qualità. In sostanza, si tratta di creare contenuti web originali che siano interessanti e utili per gli utenti della propria nicchia. Troppo faticoso creare contenuti di questo tipo? Sì, lo è, ma questo non autorizza certo a rubare i contenuti web degli atri.
2. Inbound link di scarsa qualità
Uno dei pilastri della search engine optimization off-page è ottenere link in ingresso verso il proprio sito web o blog. L’autorevolezza di un progetto online cresce al crescere del numero di link che riceve, soprattutto se questi link provengono da altri siti web autorevoli che trattano argomenti della stessa nicchia.
Anche in questo caso, molti webmaster scorretti hanno voluto aggirare l’ostacolo. Hanno cioè iscritto il proprio progetto online a web directory di bassa qualità. Oppure hanno fatto scambio link senza alcun ritegno. In molti casi, hanno addirittura comperato link a quintali. Link che provenivano da siti web spazzatura e completamente fuori tema rispetto agli argomenti della propria nicchia. Google Penguin ha colpito – e colpirà ancor di più dopo l’aggiornamento a Google Penguin 2.0! – questi atteggiamenti.
Che soluzione adottare per evitare la penalizzazione? Anche qui: la medicina più efficace è creare contenuti di qualità! Chi sa offrire contenuti web significativi, utili e originali al proprio pubblico o ai propri clienti non passerà inosservato. E riceverà un sacco di inbound link e di condivisioni sui vari social media.
3. Sovra ottimizzazione SEO
Un esempio su tutti: il vecchio keyword stuffing. Questi tipi di tecniche di search engine optimization funzionavano una volta, molto tempo fa. Ma dagli albori della SEO a oggi è passato molto tempo! E soprattutto con i nuovi aggiornamenti dell’algoritmo di Google, questi trucchi rischiano davvero una severa penalizzazione. Rischiano cioè di catapultare un sito web o un blog addirittura fuori dalle SERP del motore di ricerca!
Quale soluzione conviene adottare in caso di sovra ottimizzazione SEO per il proprio progetto online? Occorre non esagerare con queste attività di ottimizzazione esasperata. Ancora una volta: il desiderio di Google è quello di fornire ai suoi utenti contenuti pertinenti con le loro ricerche. Quindi, è inutile e controproducente perder tempo a sovra ottimizzare contenuti web spazzatura. Meglio investire quel tempo nel creare contenuti di qualità!
4. Troppa pubblicità sul sito web
Esistono siti web e blog creati apposta per essere infarciti di banner pubblicitari. In quei casi, la SEO ha un unico scopo: portare a quei progetti online il massimo traffico web possibile, affinché i visitatori siano sottoposti a un bombardamento di pubblicità! I contenuti web presenti su questi siti sono solo un pretesto per mettere banner e pubblicità testuali!
Siti web e blog di questo tipo rischiano di essere duramente penalizzati da Google. Perché, come già ricordato, lo scopo del motore di ricerca è chiaramente un altro: restituire ai suoi utenti risultati pertinenti con le query che hanno digitato.
Qual è la soluzione per rimediare in questi casi? Bisogna limitare la pubblicità online in modo drastico e, ancora una volta, concentrarsi sulla creazione di contenuti di qualità.
5. La SEO non è l’unica via
La search engine optimization è – e sarà, alla faccia di chi la vuole morta! – una disciplina fondamentale per garantire una buona visibilità a un sito web. E questo indipendentemente dalla nicchia a cui quel progetto online si rivolge. Tuttavia, dedicare ogni risorsa disponibile alla SEO può essere un errore. Esistono infatti anche altre vie per raggiungere i propri obiettivi di visibilità online. Ecco allora che un bravo webmaster pensa a una strategia a trecentosessanta gradi, evitando di focalizzarsi soltanto sulla SEO!
La soluzione a questa dipendenza da SEO? In estrema sintesi, Google dà la massima importanza alla qualità dei contenuti offerti e al numero di back link di qualità che un sito web riceve. Pertanto, è fondamentale avere un’eccellente strategia di content marketing! Ciò significa creare più contenuti di qualità che si può. Inoltre, occorre essere attivi sui social media. O almeno: sui social media su cui è attiva la propria nicchia di riferimento. Per finire, è importante anche avere un sito web usabile, cioè facile da navigare, e che possieda pagine web che si caricano velocemente. Da non dimenticare poi che un sito web deve avere un layout che rispetta i principi del responsive web design, per soddisfare le esigenze di fruibilità degli utenti che si connettono attraverso device di ogni tipo.
Queste sono, a mio giudizio, alcune delle considerazioni più importanti che si possono fare sulle tecniche SEO da evitare nel 2013. Tu che cosa ne pensi? Secondo te, quali altri errori di ottimizzazione in ottica SEO bisogna evitare? Da che tipo di errori di search engine optimization un webmaster deve tenersi lontano nel 2013?
Sulla troppa pubblicità hai ragione. Anche io penso che il content marketing sia la risorsa più importante di un sito. È grazie ai contenuti che un sito riesce a emergere e a guadagnare link in entrata.
Ciao Daniele,
Che dire? La mia speranza è che, soprattutto per chi si occupa di creazione di contenuti di qualità come noi, il content marketing abbia vita lunga e prospera. 🙂
Predichi bene ma razzoli male caro Alessandro.
Dall’1 di questo mese i tuoi visitatori sono drasticamente calati sotti i 500 mentre fino il mese prima superavano i 3.000-4.000 (con punte da 5.000) giornalieri.
Che è successo? 😉
Così da un giorno all’altro tutta la tua buona indicizzazione è sparita da google?
Non penso proprio…
Ciao visitatore “ciao”,
Non so quale strumento usi per verificare il numero di visite a un sito web. Se posso permettermi, ti consiglierei di sceglierne un altro, che sia più preciso. 🙂
Comunque il tuo intervento è interessante. Raccolgo la tua sfida e… te la giro! 🙂 Secondo te, che cosa dovrebbe fare a livello di attività SEO un blogger che vedesse scendere il proprio traffico web del 90%?
Oh, rispondi seriamente!
Vedendo che sei hostato presso altervista.org ho utilizzato le statistiche di quest’ultimo: http://community.altervista.org/it/sito.php?n=comunicaresulweb
Non si è mai visto uno scarto così significativo (3.000-5.000 visite!) fra le statistiche fornite da altervista e quelle di qualsiasi altro strumento accurato (come analytics).
non vanno i commenti?
Eri finito nello spam.
Attenzione: questo blog non è più hostato su AlterVista.
Avevo scritto che, vedendo l’hosting a cui ti affidi, mi rifacevo alle statistiche di quest’ultimo: http://community.altervista.org/it/sito.php?n=comunicaresulweb
Non si è mai visto uno scarto così significativo (3.000-5.000 visite!) da parte di altervista.
Sei stato sommerso di bot dei motori di ricerca forse? Non credo che te ne siano passati 3.000-4.000 per settimane e settimane.
Te ne faccio io una di domanda: A cosa può essere dovuta una così consistente oscillazione nelle statistiche offerte da AV (che contano visitatori unici + bot)?
Leggo che aspetti con goduria l’arrivo dell’update di penguin! Io invece ho notato, per quanto concerne i precedenti update che per tante parole chiavi, tra le più disparate, sono risaliti in cima siti con contenuti vecchi, ad esempio 2004/2005, ti rendi conto? Oppure siti con un mese di vita che sorpassano siti ultradecennali con tantissimi inbound mirati sull’argomento!
Ciao Miriam,
Ti capisco. Spero che qualcosa cambi in futuro, Penguin 2.0 o non Penguin 2.0. Certe SERP sono un insulto al lavoro di chi fa le cose per bene.