Quali tecniche SEO usi per migliorare il tuo posizionamento nelle SERP organiche di Google e degli altri motori di ricerca? Spero vivamente per te che tu non adoperi le cinque tecniche di cui parlerò in questo post. Altrimenti, i tuoi sforzi potrebbero andare addirittura nella direzione opposta a quella che desideri: non un miglior posizionamento, ma una grave penalizzazione!
Sarà capitato anche a te di sentire che un sito web è stato penalizzato da Google. Anzi: se ci hai fatto caso, questo tipo di notizia è sempre più frequente. Perché Google è sempre più abile nello scoprire chi usa tecniche SEO black hat. Dunque, oggi come oggi, chi bara ha i giorni contati.
Se fai SEO in modo scorretto, oggi rischi di pagare un prezzo alto per questo tuo comportamento. Creare un sito web o aprire un blog sono azioni fondamentali per la tua visibilità online: vale per le aziende che vogliono vendere sul web così come per i professionisti che desiderano fare personal branding in Rete. Ma devi ricordarti che fare SEO in modo selvaggio non paga più! Anzi…
Tagliamo corto: andiamo a vedere quali sono le tecniche di search engine optimization da abbandonare. Se invece decidi di continuare a usarle, sei un webmaster o un blogger che sta scherzando con il fuoco. Io il mio consiglio te l’ho dato, ora sta a te seguirlo o ignorarlo!
1. Attenzione al guest blogging
Il guest blogging è un eccellente modo per farsi conoscere da un pubblico più ampio, uscendo da quelli che sono i confini del proprio blog o del proprio sito web.
Se il blogger è bravo, fare guest blogging può davvero portarlo ad allargare il proprio pubblico in Rete. Ma attenzione: come spesso succede, le attività troppo sospette finiscono nel mirino della censura di Google. Che cosa intendo dire? Se pubblichi un guest post su un blog, fa’ in modo di non sovra ottimizzare alcun link verso il tuo blog.
In sostanza: niente backlink verso di te che contengano come ancora una keyword secca. Se per esempio, scrivi un post su come si crea un sito web professionale, l’eventuale ancora del link al tuo blog – o meglio: al post del tuo blog in cui parli della creazione di siti professionali – non dovrebbe essere “creare un sito”.
Inoltre, dovresti pubblicare guest post solo su blog che appartengono alla tua nicchia, non su qualunque blog purché abbia un PageRank elevato.
Questi sono solo un paio di esempi di pratiche da evitare. In linea generale, basta usare il buon senso. Il guest posting dev’essere un’occasione per te (che sei il blogger ospitato) e per l’altra persona (che è il blogger ospitante) di pubblicare un contenuto di qualità. Qualsiasi attività che voglia invece creare l’occasione di uno scambio o di una vendita di link sovra ottimizzati attirerà l’attenzione di Google e – probabilmente – una penalizzazione.
2. Evita che le ancore dei link siano sovra ottimizzate
Ecco una pratica che è davvero deleteria e che può causare seri problemi ai siti web e ai blog che continuano a farne uso. Le ancore dei link in ingresso non andrebbero mai sovra ottimizzate, come spiegavo già al punto precedente.
Eppure, solo per fare un esempio: continuano a vedersi blogger che lasciano commenti su altri blog mettendo nella firma un’ancora secca per il link al loro sito. Altro esempio: continuano a vedersi guest post che contengono ancore secche verso il blog dell’autore del guest post.
Anche qui occorre osservare che Google ama la naturalezza, e punisce invece tutto ciò che sembra innaturale. Se il motore di ricerca si accorge che avete tutta una serie di link in ingresso con ancore sovra ottimizzate, potete passare un guaio. Per capirci, è più o meno lo stesso pericolo che si corre facendo keyword stuffing nei testi dei propri contenuti.
Anche stavolta, il consiglio finale è scontato: sii naturale nel creare i tuoi link. Evita ogni tentazione di eccessiva ottimizzazione delle ancore dei tuoi link.
3. La qualità dei backlink vince sulla quantità
Meglio una manciata di backlink provenienti da siti e blog di alta qualità e in tema con i contenuti del tuo progetto online che una gran quantità di link da siti e blog scadenti. Non parliamo poi di chi compra i link: un suicidio SEO a tutti gli effetti!
Dunque, piuttosto che passare mezza giornata a lasciare commenti a blog di bassissima qualità, sperando che qualcuno di essi ti possa portare un link follow, meglio investire quella mezza giornata per creare un post di almeno 1.500 parole che rappresenti un contenuto di indubbia qualità agli occhi degli utenti web della tua nicchia. Così, saranno addirittura i visitatori a volerti linkare – e saranno link del tutto naturali! – sui loro siti e blog (link earning).
Attenzione: non voglio dire che devi smettere di lasciare commenti nei piccoli blog. Il punto è che, se lo fai solo in ottica SEO, stai facendo lavoro inutile e forse – se fai sovra ottimizzazione delle ancore dei link – anche dannoso. Quindi, lascia un commento solo a quei post o articoli che ti fanno venir voglia, in maniera del tutto naturale, di partecipare alla conversazione scrivendo la tua opinione.
4. Evita la sovra ottimizzazione delle keyword (keyword stuffing)
Una pratica che si vede usare ancor oggi, e che è probabilmente figlia della disinformazione che continua a regnare in fatto di keyword density. È perciò bene ribadirlo: la densità delle parole chiave in un contenuto web non è un fattore che – preso da solo – può garantire un buon posizionamento su Google! Anzi: se ci si fissa troppo sulla keyword density, si rischia facilmente di scivolare nel keyword stuffing, ottenendo un danno anziché un beneficio!
Dunque, che cosa dovrebbero fare i webmaster? Come sempre, è la qualità a vincere. Perciò, via libera agli articoli lunghi – scrivi almeno 1.500 parole –, che rappresentino un obiettivo valore per il pubblico della nicchia, che contengano immagini, video e presentazioni.
Insomma: occorre scrivere contenuti lunghi ed esaustivi, affinché si generi una buona coda lunga. Questa tattica è molto più efficace – e meno pericolosa! – dello scrivere articoli di 500-600 parole sovra ottimizzati per una sola keyword.
5. Evita che ci siano contenuti poveri che hanno tanti backlink
Ecco un’altra tecnica SEO da evitare come la peste! La spiego ricorrendo a un esempio: non è naturale che un contenuto di 300-400 parole che non vanta molte condivisioni sui social network e che ha un’elevata frequenza di rimbalzo abbia parecchi link in ingresso.
Se succede questo, è perché evidentemente c’è sotto qualcosa, e prima o poi Google se ne accorgerà… 🙂
Anche in questo caso, il rimedio è di lasciar perdere questa tecnica balorda. Al contrario, sei più efficace se ti metti a scrivere contenuti di qualità lunghi! Come dici? Si fa fatica a scrivere contenuti interessanti e completi? Bene, e allora fatti penalizzare da Google! 🙂
Come avrai di certo notato, tutto ruota intorno alle parole “naturale” e “spontaneo”. Se il tuo lavoro online produce qualità, non devi preoccuparti troppo di fare SEO, perché gli utenti web ti regaleranno backlink in maniera naturale e il tuo profilo di link in ingresso apparirà spontaneo – perché lo è davvero! – agli occhi di Google.
E tu, come la vedi? Per quella che è la tua esperienza con la SEO, quali sono gli errori più gravi che si possono commettere nell’ottimizzare i contenuti dei propri siti web o blog? Dai, lascia un commento qui sotto e condividi con noi quali sono – a tuo modo di vedere – le tecniche di search engine optimization che sono da mandare in pensione!
Ciao Alessandro,
il punto 5 l’ho sempre sottovalutato. E’ molto al limite fra SEO e paranoia a parer mio.
Se un contenuto di lunghezza medio-breve riceve una gran quantità di backlink non è detto che il webmaster l’abbia combinata. Gli articoli di news ad esempio, molto difficilmente superano le 300 parole, tuttavia ottengono quantità di backlink considerevoli.
Luca.
Ciao Luca,
La tua osservazione è più che corretta. Gli articoli di news possono essere considerati a tutti gli effetti un’eccezione. Non credo però che abbiano velleità di posizionamento SEO di medio lungo termine.