Più passa il tempo, più mi accorgo che i dettagli fanno la differenza. Anche nella scrittura. Capita così che il mio giudizio sulla scrittura di un documento su carta o sul web passi anche attraverso l’analisi di dettagli come l’uso della punteggiatura o del congiuntivo – anche se, a guardar bene, non si tratta di dettagli – del suo autore.
In effetti, tutti noi – o quasi – siamo capaci di scrivere più o meno decentemente. Ma solo pochi sanno scrivere davvero bene. Sono cioè pochi quelli che conoscono in modo approfondito le regole dell’italiano scritto. Un vero peccato, perché la scrittura è una disciplina che non ammette improvvisazione: o sai comunicare bene o non sei efficace. Ecco perché – giusto per fare un esempio – brand e PMI dovrebbero affidare a web writer e business blogger professionisti la loro comunicazione aziendale online.
Padroneggiare la scrittura non è importante solo per chi con la scrittura lavora. Pensiamo per esempio a chi deve cercare lavoro: dovrà scrivere un curriculum vitae e la relativa lettera di presentazione. Meglio non fare errori in questi due documenti ed esser chiari e precisi, altrimenti la propria autocandidatura verrà immancabilmente cestinata!
L’italiano è a tutti gli effetti una lingua ricca di particolarità. Per conoscerlo bene occorre studiarlo nei dettagli. Nel post di oggi voglio proporvi alcune di queste sue particolarità, che influenzano di rimando la nostra scrittura. Insomma: per scrivere in modo corretto ed efficace occorre conoscere per davvero la nostra lingua. Da questo non si scappa, pena il fare errori ortografici ed errori grammaticali. Pena anche il non rispettare quelle consuetudini e norme di scrittura che, invece, sono necessarie per farci apparire come comunicatori più preparati e competenti.
Siete pronti, allora? Ecco il viaggio in dieci tappe che vi propongo, alla scoperta di particolarità e regole della nostra lingua e della scrittura che non sempre ci ricordiamo di rispettare!
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Accento e apostrofo sono due cose distinte
Un paio di esempi tra i tanti che si potrebbero fare. Capita spesso di veder scritto un pò anziché un po’ oppure e’ anziché è. A tal riguardo, ho dedicato due post specifici alle regole d’suo in italiano dell’accento e dell’apostrofo.
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Passato remoto e passato prossimo sono due tempi verbali diversi
Dire “Sono andato a casa di Matteo” non equivale a dire “Andai a casa di Matteo”. C’è una sfumatura linguistica tra le due frasi. Per scoprire qual è, leggi il mio contenuto sulle differenze tra passato remoto e passato prossimo.
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La d eufonica va messa solo in un caso
Ad, ed, od… Andiamoci piano! In effetti, l’uso della d eufonica nella scrittura della lingua italiana è consentito in meno casi di quello che probabilmente pensi.
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Il congiuntivo… va usato!
Una volta conoscevo un tale che non usava mai il congiuntivo. Lo sostituiva immancabilmente con il presente o l’imperfetto indicativi o con il condizionale. Lo chiamavo simpaticamente “l’uomo senza congiuntivo”. 🙂 Ecco, un bel ripasso sulle regole del congiuntivo in italiano può fare senz’altro bene alla scrittura di chiunque! A tal riguardo, clicca sul link in apertura di questo post.
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Il punto esclamativo? E quello interrogativo!
Tutti lo possono vedere: spesso si abusa nella scrittura di questi due segni della punteggiatura, che vengono usati… a piacere. E invece il punto esclamativo e il punto interrogativo hanno norme d’uso ben precise nella scrittura in lingua italiana.
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I tre puntini di sospensione… sono tre!
Ecco un altro segno della punteggiatura che è spesso abusato e il cui uso è subordinato alla fantasia dello scrittore. 🙂 Se invece vuoi conoscere quali sono le corrette regole d’uso di questo segno, leggi il mio post sui puntini di sospensione.
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I due punti: un segno utilissimo
I due punti rappresentano uno dei segni della punteggiatura che più mi piacciono. Sono perentori, accorciano le frasi, passano subito ai fatti. Nella mia scrittura li uso spesso: raccomando di farlo anche a te, dopo esserti impratichito un po’ delle loro regole d’uso nella nostra scrittura.
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Date e ore devono esser indicate in un certo modo
Va bene, lo ammetto, qui stiamo parlando di finezze della scrittura. Eppure, come dicevo all’inizio di questo mio articolo, spesso sono proprio le finezze a rivelare la bravura dello scrittore, del giornalista, del blogger, dell’esperto di web writing ecc. Dunque, anche per date e ore è bene sapere quali siano le consuetudini di scrittura in italiano.
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Le parole straniere, queste sconosciute!
Bisogna scrivere computer o computers? Troverai la soluzione a questa curiosità – e a molte altre sul tema – in un interessante post sulla scrittura delle parole straniere nella nostra lingua!
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Le virgolette: quando, e quali?
A volte, capita di leggere testi infarciti di virgolette. A parte il fatto che l’uso delle virgolette ha un preciso significato psicologico, che svela parte della psicologia di chi le usa, le virgolette vanno inserite nella scrittura secondo precise regole. Al link sopra trovi le norme di utilizzo delle virgolette in italiano.
Ecco, queste erano le mie dieci curiosità sulla scrittura italiana. In realtà, ce ne sarebbero molte altre, visto che l’italiano è una lingua molto ricca e complessa. Vuoi lasciare un commento qui sotto e allungare tu stesso la lista delle particolarità della nostra scrittura, al fine di darci una mano per migliorare le nostre comunicazioni scritte?
Non è uno scherzo scrivere, questo post fa venire un po’ di ansia se pensi alle cose che non padroneggi nella scrittura. Però è un’ansia positiva, di stimolo a fare meglio. Grazie del contributo.
Ciao Massimo,
Sì, in effetti, se pensi a tutte le cose che bisogna sapere e a quelle che bisogna fare, beh… Ti prende l’angoscia! 😀
Scherzi a parte, scrivere è bellissimo, e se chi si dedica alla scrittura avrà voglia di impararne alla perfezione i fondamentali, di certo otterrà risultati ancor più positivi, qualsiasi sia il suo lavoro.