La leggibilità è un requisito fondamentale per i testi, sia su carta che online. In effetti, un testo che non sia leggibile è un testo che non raggiunge, in modo più o meno grave, il proprio obiettivo di comunicazione.
Se la leggibilità è così fondamentale, come la si può misurare? E soprattutto: come la si può migliorare? Prima di rispondere a questa domande, andiamo a dare la definizione di leggibilità, per stabilire con esattezza di che cosa parliamo.
La lingua inglese distingue tra due diversi tipi di leggibilità. La prima è la legibility, cioè la leggibilità di una calligrafia o di un carattere tipografico. La seconda readability, cioè il grado di scorrevolezza della lettura e la facilità di comprensione del significato un testo. È a questo secondo concetto che mi riferirò. In sostanza: la leggibilità è un indice di quanto un testo o un contenuto web sia scorrevole da leggere e facile da capire.
Vediamo ora come misurare la leggibilità e quali consigli si possono dare per aumentarla nei nostri scritti, sia sulla carta che sul web.
Leggibilità di un testo: la formula di Flesch
La formula di Flesch misura la leggibilità di un testo nella lingua inglese. È però stata adatta alla lingua italiana da Roberto Vacca:
Facilità di lettura = 206 – (0.65 x S) – W
Nella formula, S è il numero di sillabe su un campione di 100 parole del testo. W è invece il numero medio di parole per frase del testo. Da alcuni studi risulta che un testo ha una leggibilità alta se la sua facilità di lettura è superiore a 60. La leggibilità è media se il risultato sta tra 50 e 60. Si ha invece una leggibilità scarsa se la facilità di lettura è rappresentata da un valore inferiore a 40.
Leggibilità di un testo: la formula Gulpease
La formula Gulpease misura la leggibilità di un testo direttamente nella lingua italiana.
Facilità di lettura = 89 – (LP : 10) + (FR x 3)
Nella formula, LP è il numero di lettere che compongono il testo prescelto, moltiplicato poi per 100 e diviso infine per il numero totale di parole del testo. FR è invece il numero di frasi contenute nel testo, moltiplicato poi per 100 e diviso infine per il numero totale di parole del testo.
Se il testo ha un indice tra 80 e 100, sarà facilmente leggibile da lettori con un’istruzione elementare. Se il valore varia tra 60 e 80, la leggibilità è garantita solo per lettori con un’istruzione almeno media. Infine, se il testo presenta una facilità di lettura tra 40 e 60, molto probabilmente sarà inteso solo da chi ha un’istruzione superiore.
Leggibilità di un testo: il grado di leggibilità
Il grado di leggibilità dà una valutazione di un testo in proporzione alla complessità delle sue frasi. Si tratta di un parametro inversamente proporzionale alla lunghezza media delle frasi del testo. In linea generale, il grado di leggibilità varia come indicato nella tabella qui sotto.
Ciò significa che, se scriviamo frasi con una lunghezza media troppo elevata, la leggibilità si abbassa in proporzione. Quindi, solo pochi lettori comprenderanno quello che abbiamo scritto. Attenzione però a non ricadere nell’estremo opposto: in effetti, una lunghezza media delle frasi troppo bassa rende un testo troppo elementare.
Qual è dunque il punto di equilibrio tra leggibilità e ricchezza dei contenuti? Se la lunghezza media delle frasi del testo è di 16 parole, riusciremo a raggiungere il 75% circa dei lettori.
Leggibilità di un testo: il grado di comprensibilità
Un altro fattore che determina la leggibilità di un testo è il suo grado di comprensibilità. Esso è funzione del numero di parole presenti nello scritto esaminato che sono composte da tre o più sillabe. Ecco che cosa bisogna fare per calcolarlo:
- Contare le parole del testo con almeno tre sillabe.
- Dividere il risultato per il numero totale di parole del testo e moltiplicare per 100.
- Sommare il risultato ottenuto al precedente punto alla lunghezza media delle frasi del testo e moltiplicare infine per 0,4.
Il numero che si ottiene esprime il cosiddetto indice di difficoltà del testo o del contenuto web. Da esso, attraverso la tabella riportata sotto, si ricava il grado di comprensibilità. La situazione ideale si ha quando l’indice di difficoltà è intorno a 20, valore che consente al testo di essere compreso da circa l’80% dei suoi lettori.
Leggibilità di un testo: il Vocabolario di base della lingua italiana
Il Vocabolario di base della lingua italiana, creato dal linguista Tullio De Mauro, comprende circa 7.000 parole, quelle che hanno la maggiore frequenza statistica nella nostra lingua. Si tratta cioè delle parole che più sono usate, quelle che più ci sono familiari. La lista di queste parole si trova nel saggio Guida all’uso delle parole.
Il Vocabolario di base si divide in:
- Vocabolario fondamentale: 1.991 parole. Le più usate in assoluto nella nostra lingua (esempi: lavoro, mamma, pane).
- Vocabolario di alto uso: 2.750 parole. Molto usate, ma meno di quelle del Vocabolario fondamentale (esempi: palo, seta, toro).
- Vocabolario di alta disponibilità: 2.337 parole. Poco usate nella lingua scritta, ma molto in quella parlata (esempi: mensa, lacca, tuta).
Usare il Vocabolario di base nella redazione dei testi o nella creazione di contenuti di qualità, significa aumentare la leggibilità in modo significativo. In effetti, usare termini comuni, familiari, semplici è uno dei mezzi più efficaci per accrescere la leggibilità dei propri scritti.
Ecco, questi sono i principali modi per misurare e migliorare la leggibilità di un testo o dei contenuti web. Li conoscevi già? Li adoperi per scrivere i testi del tuo sito web istituzionale, del tuo e-commerce, del tuo blog aziendale o delle tue landing page? Quali consigli daresti tu per aumentare la leggibilità di un testo su carta o sul web?
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Questo post che spiega che cos’è la leggibilità e perché è così importante anche nel mondo del business è stato scritto da Alessandro Scuratti, content marketing specialist e business blogger.
Da oltre 20 anni mi occupo di comunicazione per le aziende, come business writer e come content marketer. Dal 2011, gestisco questo mio blog, che raccoglie migliaia di visite ogni giorno. Sono anche l’autore di Scrivere per il web 2.0.
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