L’intervista che vi propongo oggi è a Paolo Fieni, fondatore di TrovareUnLavoro.it, una realtà imprenditoriale del web 2.0 che dà una mano alle persone alla ricerca di un nuovo impiego offrendo loro un servizio di valutazione, editing e scrittura del curriculum vitae.
In sostanza, il lavoro di Paolo consiste nell’aiutare le persone a scrivere un curriculum vitae – in italiano o in inglese – e una lettera di presentazione in modo da aumentare di parecchio le loro possibilità di ottenere un colloquio di lavoro presso le aziende da cui verrebbero farsi assumere. L’attività di Paolo non si ferma a questo, perché propone anche la creazione di profili LinkedIn che riescono a trasferire ai visitatori un’immagine positiva e professionale dei loro proprietari.
Ho conosciuto Paolo per caso e devo dire che da subito mi ha affascinato questa sua idea imprenditoriale. In effetti, è riuscito a fare un’operazione che trovo indubbiamente interessante. È cioè riuscito a fondere l’esperienza che ha accumulato in anni di lavoro nel campo delle risorse umane con le sue elevate competenze di scrittura. Insomma: l’attività di Paolo rappresenta un esempio di come la scrittura sia così importante nella nostra vita da trovare applicazioni in campi a cui probabilmente non penseremmo.
Tra l’altro, scrivere un curriculum o una lettera di accompagnamento sono due cose per nulla semplici. Ogni volta che mi è toccato pensarci, mi sono sempre imbattuto in varie difficoltà, anche se la mia confidenza con la scrittura professionale è tutt’altro che scarsa. Spero quindi che possiate apprezzare questa mia chiacchierata con Paolo, perché ho sfruttato l’occasione per fargli un bel po’ di domande tecniche, forzandolo a svelarci qualche trucco del suo mestiere. 😉
Vi invito a leggere con attenzione questa intervista anche perché in essa si parlerà di personal branding, di web reputation e di come è cambiato il mondo del lavoro negli ultimi anni. Si tratta di informazioni che non possiamo permetterci di sottovalutare, qualsiasi sia il mestiere che facciamo o che vorremmo fare in futuro.
Ma ora lasciamo la parola direttamente a Paolo. Sentiamo quali suggerimenti ha da darci per creare un curriculum vitae e una lettera di accompagnamento, e per avere un quadro più aggiornato e completo di quello che è diventato il mercato del lavoro ai nostri giorni.
Ciao, Paolo, e grazie della tua disponibilità. Inizio chiedendoti di parlarci un po’ di te: qual è la tua formazione?
Ciao Alessandro. Dopo essermi laureato in Sociologia, ho cominciato a lavorare per una società di consulenza, occupandomi di ricerca e selezione e dei rapporti con le aziende clienti. Da allora, non ho più smesso di lavorare nelle risorse umane. Dopo alcuni anni, ho deciso di approfondire le mie conoscenze in materia, frequentando un master universitario in direzione del persone. Ciò mi ha consentito di lavorare nella funzione HR all’interno di aziende, e di occupare, dopo un po’ di gavetta, la posizione di responsabile del personale. Poi un nuovo salto, questa volta come libero professionista.
Quando e perché hai avuto l’idea di creare TrovareUnLavoro.it? Quali servizi offri esattamente alle persone che si rivolgono a te?
L’idea nasce nel 2011, dopo aver riscontrato che molte persone intorno a me – che ricercavano un cambiamento o un avanzamento lavorativo – non riuscivano a comunicare chiaramente esperienze e qualità personali, ritrovandosi per questo a mancare l’obiettivo. Tuttavia, mi ci è voluto tempo per focalizzare bene il progetto e avviarlo.
TrovareUnLavoro.it oggi supporta dipendenti, manager e professionisti nell’ottenere avanzamenti di carriera, cambiamenti di settore, reinserimenti lavorativi o ricerca di business partner. Ciò attraverso la scrittura di curricula professionali, lettere, profili LinkedIn e biografie.
Per fare un lavoro come il tuo, è necessaria un’ottima conoscenza della scrittura e della comunicazione efficace. Da dove nasce questa tua passione per la scrittura? E da dove quella per la comunicazione efficace in ambito business?
La comunicazione mi interessa da sempre. Probabilmente da prima di comprendere che fosse un’arte, oltre che un’arma molto potente. È sempre stata al centro del mio lavoro: come consulente, recruiter o responsabile del personale, rapportandomi con candidati, dipendenti, dirigenza e proprietà. So che cosa piace alle aziende, e so farmi raccontare ciò che conta dai candidati. Poi facilito il loro incontro.
Ti faccio la domanda che tutti i lettori stanno aspettando con impazienza: ci daresti due-tre consigli a bruciapelo per aiutarci a scrivere un curriculum vitae che fa trovare un lavoro?
Certamente! Questi sono quelli che ritengo essere i fondamentali da rispettare. Numero uno: non superare le due pagine. Quando si scrivono presentazioni più lunghe si appesantisce la lettura rendendola meno efficace; inoltre, può significare che si sta dicendo troppo, quando invece è indispensabile concentrarsi solo sulle cose più importanti. Numero due: formattare il testo perché sia “navigabile” a colpo d’occhio. Non è sempre detto che chi legge il cv lo legga dall’inizio alla fine. Un cv “fiume” rischia di essere accantonato e mai più ripreso. Numero tre (la prova più difficile): scrivere mettendosi nei panni di chi leggerà. Occorre chiedersi: che cosa interessa all’altro di noi?
Mi ha molto colpito questa tua idea di fondere la comunicazione business con lo storytelling, una disciplina quest’ultima che sempre più sta trovando spazio in vari ambiti della comunicazione, come per esempio quella dei grandi brand sui social media. In breve: raccontare storie è un modo nuovo di comunicare valore. Ci puoi dire qualcosa di più preciso a riguardo?
In questo ambito, business e dimensione personale sono interconnessi. Lo storytelling consente di esplorare e successivamente organizzare la storia e le scelte dei candidati secondo una logica di senso “business”, quella cioè adottata da recruiter e aziende. Attraverso la narrazione è inoltre possibile individuare e trasferire nel curriculum, nella lettera di presentazione, nel profilo LinkedIn o nella biografia quegli elementi che realmente caratterizzano (e distinguono) la persona. La narrazione è un esercizio di orientamento e di posizionamento del personal brand.
Già, scrivere un curriculum vitae è un’attività di personal branding, una disciplina nuova che si sta rivelando un prezioso alleato per chiunque voglia crearsi un’immagine riconoscibile e autorevole, sia online che offline. Puoi spiegarci meglio come il personal branding può aiutare le persone a trovare un lavoro?
La premessa a un’azione di personal branding è: conosci te stesso. Per questo lo storytelling diventa fondamentale nel mio approccio. Nei vecchi libri di marketing personale (oggi di personal branding) ti insegnavano a cambiare radicalmente la tua immagine, a vestirti in modo elegante e a parlare piano, con educazione, senza eccessi. Insomma, come renderti completamente neutro. Ma nessuno si ricorda di una persona del genere! Oggi fare personal branding significa individuare i tuoi punti di forza e comunicarli in maniera efficace, in relazione all’obiettivo ma anche al mezzo. Attraverso il personal branding, gli altri (selezionatori e aziende) possono capire più in fretta che cosa sei in grado di offrire. Internet e la online reputation possono amplificare o affossare questo processo.
Scrivere un curriculum vitae efficace è fondamentale per trovare un lavoro. Però, troppo spesso, ci dimentichiamo che altrettanto importante è scrivere una lettera di presentazione che funzioni. Ecco, anche qui ti inviterei a darci due-tre consigli su come scrivere una lettera di presentazione che fa ottenere un colloquio di lavoro.
Erroneamente si ritiene la lettera un accessorio. In realtà è un’opportunità da sfruttare. Una lettera deve contenere gli elementi più pertinenti alla posizione da ricoprire e quelle informazioni che non hanno trovato spazio nel curriculum, ma che contribuiscono a caratterizzare il candidato e i suoi obiettivi. La lettera offre al selezionatore il frame più ampio all’interno del quale valutare in prima battuta la candidatura. Se il frame è coerente con le aspettative di chi legge, il curriculum verrà analizzato con maggiore interesse e il selezionatore sperimenterà un progressivo convincimento della bontà della candidatura (anziché comprendere alla fine del percorso, con un certo sforzo interpretativo, che la candidatura forse è buona). Infine, una lettera non dovrebbe superare le 15-20 righe.
So che è difficile fare previsioni, ma siccome sei un professionista del settore, chi meglio di te può tentare di farlo? Perciò, ti chiedo: a tuo giudizio, come si evolverà il mercato del lavoro nei prossimi anni? Davvero le cose non torneranno più come prima e dovremo imparare a rapportarci con un sistema diverso?
Non sono un guru, ma posso giocare a farlo! Ritengo che i posti di lavoro persi verranno ricreati nella stessa forma solo in minima parte. La produzione è più conveniente in altri mercati; e quando quei mercati saranno meno convenienti di altri, si sposterà ancora. Il bisogno aguzza l’ingegno, per questo impareremo a sfruttare risorse che fino ad oggi abbiamo trascurato o che nemmeno credevamo esistere. Farinetti (patron di Eataly) parla di vocazioni italiane: agroalimentare, moda e design, paesaggi e opere d’arte, industria manifatturiera di altissimo livello.
Un altro spunto utile a ipotizzare le caratteristiche del mercato del lavoro di domani può offrirlo uno studio presentato poco più di un anno fa da Gene Zaino, presidente della MBO Partners. Secondo questa ricerca, entro il 2020 la metà dei lavoratori USA sarà indipendente (nel 2013, i dati parlano di 16 milioni su 70 milioni di lavoratori): uno status che comprende, tra gli altri, freelance, consulenti, influencer, esperti o “solopreneur”. In quest’ottica, sarà importante specializzarsi e affermarsi in mercati di nicchia. Personal branding e online reputation non potranno più essere considerati moda o tendenza.
Abbiamo parlato di come scrivere un curriculum vitae e una lettera di presentazione. Ammettiamo ora che io sia un candidato che ha ottenuto un colloquio di lavoro. Anche in questo caso, ti chiedo qualche veloce suggerimento per presentarmi al meglio e fare bella figura con il selezionatore. Nello specifico, quali sono le cose più importanti su cui i responsabili del personale fissano la loro attenzione durante un colloquio di lavoro?
Esistono tante “scuole”, per questo le tecniche di gestione del colloquio variano da contesto a contesto. Posso fornire però quattro suggerimenti di massima. Essere se stessi e non mentire; i nodi spesso vengono al pettine già nel corso del primo colloquio: i selezionatori più bravi hanno sviluppato una sorta di sesto senso e sanno come indagare le zone grigie. Essere abbastanza furbi da evitare di focalizzare le argomentazioni sulle proprie debolezze e mancanze (succede!). Cercare informazioni sull’azienda (se possibile) e studiarsi bene l’annuncio di lavoro per comprendere a fondo quali sono gli asset che contano per chi sta assumendo. Trasmettere interesse e passione.
Siamo in chiusura: ci puoi dire quali sono i tuoi progetti professionali nel breve periodo? E nel lungo?
Gli argomenti di cui abbiamo parlato mi appassionano moltissimo. TrovareUnLavoro.it è il punto di partenza per approdare a tematiche più complesse che mixano storytelling, personal branding e online reputation. Il progetto a cui sto lavorando e che vedrà la luce all’inizio del 2014 riguarda la gestione di azioni di “evangelizzazione” (si può dire?) e formazione rivolte a professionisti e temporary manager. Per il lungo periodo, avevo in programma di cominciare a pensarci domani.
Ringrazio Paolo per questa intervista così interessante. Spero che sia stata anche utile a quanti tra i lettori stanno cercando lavoro o stanno meditando di cambiarlo e si trovano alle prese con il non semplice compito di predisporre la documentazione necessaria. A tutti i consigli che Paolo ci ha regalato aggiungo il mio più caloroso in bocca al lupo!