Il condizionale: le sue regole nella grammatica italiana

condizionaleIl condizionale è un modo che, di solito, non ci crea tutti i problemi d’uso che ci crea invece il congiuntivo. È però sempre utile un ripasso, poiché anche il condizionale segue regole particolari, che sono piuttosto articolate. Andiamo dunque a vedere quando e come si usa il modo condizionale nella grammatica della lingua italiana.

Per cominciare, che cos’è il condizionale? O meglio: quando si usa questo modo verbale nelle nostre comunicazioni scritte o orali? Diciamo subito che il condizionale è il modo della possibilità subordinata a una o più condizioni. Che significa questo? Il condizionale presenta il fatto, l’evento, l’azione o la situazione espressa dal verbo come possibile o realizzabile solo a certe condizioni. Insomma: il modo condizionale segnala che la realizzazione dell’azione espressa dal verbo è condizionata da altri fatti. Facciamo un esempio: “Prenderesti voti migliori in italiano, se studiassi di più il condizionale e il congiuntivo”.

Quando viene adoperato da solo, il condizionale può esprimere:

  • Un desiderio: “Mi piacerebbe scrivere un libro”.
  • Un dubbio: “Come potrei risolvere questo problema?”.
  • Un’opinione personale in tono attenuato: “Mi sembrerebbe corretto dargli un colpo di telefono.
  • Un fatto in genere disdicevole o brutto, espresso con animo stupito, incredulo o sdegnato: “Io non avrei mai scritto cose del genere”.

Una curiosità. Il nome condizionale deriva dalla parola latina condicio, che sta a indicare una situazione o un evento che sono subordinati al verificarsi di un altro fatto. In effetti, il verbo latino condicere significa accordarsi, stabilire insieme. Il condizionale è perciò a pieno titolo il modo che indica un evento la cui realizzazione è condizionata dall’avverarsi di un altro fatto.

Un’altra curiosità. Abbiamo fatto riferimento al latino, da cui l’italiano deriva, ma… In quella antica lingua il condizionale non esisteva! Al suo posto si usava il congiuntivo. In particolare, i tempi imperfetto e piuccheperfetto del congiuntivo latino traducevano rispettivamente il nostro condizionale presente e quello passato. Insomma: il condizionale è stato introdotto solo successivamente, con la nascita delle lingue romanze.

Il modo condizionale possiede due tempi verbali: il condizionale presente e il condizionale passato. Vediamo le regole d’uso di entrambi.

 

Il condizionale presente nella grammatica italiana

condizionaleIl condizionale presente si adopera, nell’apodosi di un periodo ipotetico, per indicare un fatto che potrebbe accadere nel presente a condizione che si realizzi o che si sia realizzato un altro fatto. Per esempio: “Se tu studiassi di più il condizionale, prenderesti voti migliori negli scritti di italiano”, “Se tu avessi mangiato di meno, ora non avresti mal di pancia”.

Il condizionale presente si usa anche, nelle proposizioni principali o in quelle dipendenti, in questi casi:

  • Per esprimere un richiesta avanzata in termini cortesi: “Mi indicherebbe la direzione per Milano?”.
  • Per esprimere una opinione personale presentata in tono attenuato: “A mio giudizio, dovrebbe studiare un pochino di più il condizionale”.
  • Per esprimere una supposizione: “Il colpevole sarebbe il maggiordomo”.
  • Per esprimere in genere un disappunto o un rimprovero in alcuni modi di dire particolari: “Come sarebbe a dire?”, “E questi chi sarebbe?”.
  • Per esprimere un dubbio nel discorso diretto: “Che cosa potrei dire?”.
  • Per esprimere un dubbio nel discorso indiretto: “Proprio non capisco che cosa dovrei dire”.

 

Il condizionale passato nella grammatica italiana

condizionaleIl condizionale passato viene usato, nell’apodosi del periodo ipotetico, per indicare un evento che sarebbe successo nel passato se nel passato si fosse verificata una data condizione. Facciamo un esempio di uso del condizionale passato: “Se tu avessi studiato di più, saresti stato promosso a scuola”.

Proprio come il condizionale presente, anche il condizionale passato si usa nelle proposizioni principali o in quelle dipendenti per:

  • Indicare una supposizione: “A quanto pare, Marco avrebbe accusato una grave perdita finanziaria”.
  • Indicare un’opinione personale in tono attenuato: “Secondo me, ti sarebbe bastato studiare un po’ di più per la promozione a scuola”.
  • Indicare un dubbio nel discorso diretto: “Con chi avrei dovuto sfogarmi?”.
  • Indicare un dubbio nel discorso indiretto: “Sul serio non so con chi avrei dovuto sfogarmi”.

 

In presenza di un tempo passato – e ciò vale in particolar modo con le proposizioni oggettive, le soggettive e le interrogative indirette –, il condizionale passato viene adoperato per indicare un fatto che si sarebbe potuto realizzare in un momento successivo. In sintesi: il condizionale passato si usa per esprimere l’idea del futuro nel passato. Ecco alcuni esempi di questo uso: “Ritenevo che avrebbe potuto studiare di più l’italiano”, “Era evidente che sarebbe stato bocciato a scuola”, “Gli chiesi se sarebbe arrivato per tempo”.

Spesso, in questi casi in cui si vuol dare l’idea del futuro nel passato – specialmente quando i verbi indicano speranza, previsione, promessa, timore ecc. –, il condizionale passato è usato in vece del congiuntivo imperfetto. Ma qual è la differenza tra la costruzione con il condizionale passato e quella che ricorre invece al congiuntivo imperfetto? Diciamolo subito: si tratta di una sfumatura. La costruzione con il condizionale passato indica con chiarezza che l’evento sperato, previsto, promesso o temuto va inteso come riferito a un momento futuro rispetto al tempo usato nella proposizione principale. Per esempio: “Speravo che tu mi dessi una mano” può indicare contemporaneità o un’azione proiettata nel futuro; “Speravo che tu mi avresti dato una mano” indica invece una speranza proiettata negli eventi successivi.

 

Il condizionale nella grammatica italiana: considerazioni finali

condizionaleEcco queste sono le regole d’uso del condizionale nella grammatica della lingua italiana. Non sono tante come quelle del congiuntivo, anche perché quel modo ha il doppio dei tempi verbali del condizionale, ma occorre ovviamente padroneggiarle, se si vuole scrivere in lingua italiana perfetta.

E tu? Conoscevi già tutte le regole del condizionale? Quello che ti ho proposto è stato per te un utile ripasso? Ti è sembrato di tornare per un attimo sui banchi di scuola?  😀 Dai, lascia un commento e condividi con noi qual è il tuo rapporto con il modo condizionale, sia nella lingua italiana scritta che in quella parlata!

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