Comunicare sul Web al 300esimo post!

claudio magrisComunicare sul Web ha appena tagliato il traguardo dei trecento post. Un risultato non indifferente, se si pensa che il blog ha circa un anno e mezzo di vita.

In occasioni come questa si è tentati di scrivere qualcosa di intelligente, di ringraziare i lettori, di parlare di buoni propositi per il futuro. Vorrei invece parlare della passione che sta alla base di questo mio progetto web: il mio amore per la scrittura.

Sarò breve. Mi sono spesso domandato da dove nasca questo mio amore per la scrittura. Non so dare una risposta precisa. Anzi, a dire il vero, non so proprio dare una risposta. Amo la scrittura, e basta. Questa è l’unica cosa che so.

E amo ogni genere di scrittura, da quella creativa a quella professionale. E amo ovviamente anche la scrittura online, cioè il web writing, cui ho dedicato tanti post su questo mio blog.

L’insegnante di redazione a cui più sono stato affezionato, Pierluciano Guardigli, diceva che la scrittura non rende ricchi, però aiuta a conoscersi meglio. Aveva ragione. Qualcuno, non ricordo chi, ha addirittura detto che la scrittura salva la vita. Chissà, magari è vero anche questo.

Per celebrare il traguardo dei trecento post, vorrei allora prendere in prestito le parole di un grande scrittore, Claudio Magris, che nel suo Microscosmi ha scritto righe indelebili e definitive sull’importanza e sul valore del parlar chiaro e preciso. Già, perché l’amore per la scrittura dev’essere strettamente collegato a quello per la precisione e la chiarezza d’espressione.

«La correttezza della lingua è la premessa della chiarezza morale e dell’onestà. Molte mascalzonate e violente prevaricazioni nascono quando si pasticcia la grammatica e la sintassi e si mette il soggetto all’accusativo o il complemento oggetto al nominativo, ingarbugliando le carte e scambiando i ruoli tra vittime e colpevoli, alterando l’ordine delle cose e attribuendo eventi a cause o a promotori diversi da quelli effettivi, abolendo distinzioni e gerarchie in una truffaldina ammucchiata di concetti e sentimenti, deformando la verità. (…) Rispettando la lingua, ossia la verità, s’irrobustisce pure la vita, si sta un po’ più fermi sulle proprie gambe e si è più capaci di fare quattro passi godendosi il mondo, con quella vitalità sensuale tanto più sciolta quanto più libera dai grovigli degli inganni e degli autoinganni».

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