Apostrofo: regole d’uso nell’italiano scritto

apostrofoL’apostrofo: quali sono le sue regole d’uso nell’italiano scritto? Una bella domanda, vero? Tu le sapresti indicare, se qualcuno te le chiedesse così su due piedi?
Pochi di noi conoscono tutte le norme d’uso degli apostrofi nelle varie situazioni. Personalmente, di tanto in tanto vado a ripassarle. Già, perché mi sono accorto che l’apostrofo è uno di quegli elementi della scrittura che più danno luogo a errori grammaticali.

In sostanza: l’apostrofo si usa nelle quattro circostanze che riporto qui sotto.

 

  1. Apostrofo in caso di elisione

    L’uso più comune dell’apostrofo è in caso di elisione. Cioè: quando cade la vocale finale di una parola seguita da un’altra parola che inizia anch’essa per vocale. Un esempio doppio di elisione: l’apostrofo si usa soprattutto in caso d’elisione.

    apostrofoNell’italiano scritto, non bisogna esagerare con le elisioni. In effetti, l’elisione è molto frequente nell’italiano parlato. In quello scritto, lo è molto meno.

    Davanti a una parola che inizia per vocale, di norma si elidono gli articoli determinativi lo e la – anche quando sono uniti a una preposizione – e l’articolo indeterminativo una, con i suoi derivati alcuna, nessuna ecc. Però, se la cacofonia non è evidente, non è necessario mettere l’apostrofo: gli articoli citati possono mantenere la forma intera.

    È meglio evitare l’apostrofo quando l’articolo precede un nome proprio, il titolo di un’opera oppure quando il sostantivo che segue è in corsivo, tra virgolette ecc. Quindi, è preferibile scrivere: “Hai letto la Anna Karenina di Tolstoj?”. Lo stesso vale per gli aggettivi bello e quello.

    Non si elidono mai gli articoli plurali gli e le.

    Una riga non deve mai terminare con un apostrofo. È perciò corretto scrivere del-l’amico o dell’a-mico, mentre è scorretto scrivere dell’ | amico o dello | amico.

    Da non si elide mai. Fanno eccezione le forme stereotipate come d’ora in poi, d’altro canto ecc. Allo stesso modo, è preferibile non elidere la preposizione semplice di.

    Tranne quando la cacofonia è evidente (l’ho) e per le forme stereotipate (c’è, c’erano), è preferibile evitare l’elisione dei pronomi lo e la e di quelli mi, ti, ci, si, vi, ne.

    Tal è qual non vogliono mai l’apostrofo.

  2. Apostrofo in caso di troncamento

    L’apostrofo serve anche a indicare un troncamento, cioè la caduta della sillaba finale: be’, Ca’ Granda, fra’, po’ecc.

    L’apostrofo si usa anche in questi casi di troncamento dell’imperativo: di’, da’, fa’, sta’, tie’, to’, va’, ve’.

  3. Apostrofo in caso di aferesi

    L’apostrofo indica anche un’aferesi, cioè la caduta di una vocale o di una sillaba iniziale: ‘sto invece di questo. Tale uso è proprio dei testi poetici antichi.

  4. Apostrofo: altri usi

    L’apostrofo può essere usato anche in altre situazioni, diverse da quelle elencate sopra. Per esempio, l’apostrofo è adoperato per abbreviare le date: gli anni ’30, il ‘600 ecc. La forma corretta prevede però che il numero sia scritto in lettere: gli anni Trenta, il Seicento.

    L’apostrofo non va messo davanti alla seconda cifra delle date unite da trattino: il conflitto del ’40-45 (o anche: il conflitto del 40-45).

    Da evitare i casi di doppio apostrofo. Per esempio, non si scrive dell’’800, ma dell’800, con un solo apostrofo. La soluzione ideale è però scrivere tutto in lettere: dell’Ottocento.

 

Apostrofo: un po’ di storia

apostrofoIl primo testo stampato in cui compare un apostrofo è l’edizione delle poesie di Francesco Petrarca pubblicata a Venezia nel 1501 da Aldo Manuzio, uno dei più importanti tipografi di sempre.

Da quel momento, l’uso dell’apostrofo si diffonde velocemente. Nel Settecento è orami usato più o meno come lo si usa oggi. Anche se rimane a lungo l’incertezza tra ciò che è considerato elisione (e perciò richiede l’apostrofo) e ciò che è invece considerato troncamento (e perciò non richiede l’apostrofo).

Insomma: così come per l’accento, anche per l’apostrofo è sempre regnata una certa confusione. In questo senso, mentre molte grammatiche del Settecento indicavano di scrivere un amico senza apostrofo, nel Novecento alcuni grandi intellettuali continuavano a scrivere qual è e tal è con l’apostrofo in mezzo!

 

apostrofoEcco, queste erano le regole d’uso dell’apostrofo nell’italiano scritto. Le conoscevi tutte? Di solito, hai problemi nell’uso dell’apostrofo nei tuoi scritti? Lascia un commento qui sotto per parlarne!

 

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apostrofo regole d'usoQuesto post sulle regole che determinano l’uso dell’apostrofo nella lingua italiana è stato scritto da Alessandro Scuratti, content specialist e business blogger.
Da più di 20 anni mi occupo di comunicazione per le aziende, come business writer e come content marketer. Dal 2011, gestisco questo mio blog personale, che raccoglie migliaia di visite al giorno. Sono autore del libro Scrivere per il web 2.0.
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6 pensieri su “Apostrofo: regole d’uso nell’italiano scritto

  1. rocchina

    chiedo di togliermi un dubbio: una data x es. 20 novembre 2011 è corretto scrivere anche 20/11/’11 o è corretto scrivere 20/11/11( l’anno senza apostrofo)? grazie

    Rispondi
    1. Alessandro Scuratti Autore articolo

      Ciao Rocchina,

      Grazie di aver scritto. Il Manuale di redazione, a pag. 113, dice che le date possono essere scritte in tre modi:

      1) 5 maggio 1821;
      2) 5/5/1821;
      3) 5.5.1821.

      Il manuale raccomanda di usare il secondo e terzo modo in rari casi, come la data di approvazione di una legge o simili.

      Niente apostrofo, quindi.

      Rispondi
  2. Emilio

    Una richiesta: nella seguente frase (alla forma di cortesia) “La interrompo subito, Signora! ” é corretto scriverla anche nella forma “L’interrompo subito, Signora”. Oppure é un errore mettere l’apostrofo tra “la” ed “interrompo”?

    Grazie per le informazioni, Emilio

    Rispondi
    1. Alessandro Scuratti Autore articolo

      Ciao Eminio,

      No, non è un errore. Siccome però lo stai scrivendo (ed è pure una formula di cortesia), l’apostrofo a mio giudizio darebbe l’idea di troppa vicinanza al linguaggio parlato.

      Rispondi
  3. PIER '58

    VORREI SAPERE SE è CORRETTO METTERE L’APOSTROFO IN CASI COME: GL’IMMOBILI, GL’INTERESSI, OPPURE: GL’INSERISCO, GL’IMMETTO, ECC.
    GRAZIE

    Rispondi

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