Siamo in molti a prenotare le vacanze online, a fare acquisti attraverso gli e-commerce e a usare l’home banking. Si tratta di operazioni che stanno diventando sempre più familiari a una larga fetta di Italiani. Ma vi siete mai fermati un momento a pensare a quanto lavoro c’è dietro a quei siti? Intendo soprattutto il lavoro dei progettisti che li hanno realizzati. Non ci avete mai pensato, vero?
Eppure qualcuno ha scritto infinite righe di codice e fatto innumerevoli test. Quello che a noi sembra semplice da usare nasconde in realtà l’impegno di professionisti che rendono facili cose complesse. Uno di questi professionisti è senz’altro Mary Ercolini, web developer e database administrator, oltre che cofondatrice di Factordev, software house e web agency di Pontremoli.
Per me è un’occasione ghiotta poter chiacchierare con Mary. Ho sempre visto gli sviluppatori come persone che fanno un lavoro complicato e, per certi versi, misterioso. Oggi ho finalmente l’occasione di saperne di più e di soddisfare molte delle mie curiosità, alcune delle quali saranno di sicuro anche le vostre.
Ma andiamo direttamente a sentire dalle parole di Mary quali sono i compiti di un web developer e di un database administrator. Andiamo cioè a conoscere meglio chi sono e come lavorano i professionisti dell’informatica che ci permettono di compiere alcune operazioni che oramai fanno parte della nostra quotidianità.
Ciao Mary, e grazie della tua disponibilità. Inizierei chiedendoti di parlarci un po’ di te. Per esempio, qual è la tua formazione?
Sono una fisioterapista mancata. Infatti, coerentemente, dopo il Liceo Scientifico ho intrapreso la laurea in Ingegneria Informatica, presso l’università di Parma, senza neanche saper accendere un computer, e mi sono pure degnamente laureata!
Come sono finita nel mondo dell’informatica? Non lo so neppure io. È successo! Tredici anni fa, quando ho iniziato a lavorare in questo settore, Internet era agli albori e si sentiva profumo di grandi cambiamenti. Poi è stato tutto molto veloce, pure troppo: il web in pochi anni ha azzerato le distanze, portando immensi benefici, ma per chi come me ancora le distanze vuole avere il piacere di percorrerle non rimane altro che sfruttare il web per ricercare il giusto equilibrio tra lavoro e passioni.
Quando hai deciso di iniziare il tuo percorso imprenditoriale fondando Factordev?
È stata un’occasione, un momento da cogliere al volo. Sentivo che mi mancava qualcosa e, contemporaneamente, che era l’attimo giusto per prendere le redini in mano del mio percorso lavorativo e buttarmi nel creare una realtà aziendale con la quale affrontare una nuova avventura, stavolta imprenditoriale. Ovviamente non ero sola, anche il mio socio era d’accordo con il mio desiderio di cogliere l’attimo.
Quali sono i servizi che offrite ai vostri clienti?
Il miglior servizio che offriamo ai nostri clienti è quello di metterci nei loro panni e capire ciò di cui hanno bisogno, una cosa che realmente gli può semplificare il lavoro da un lato e ampliare il loro business dall’altro.
Il bello del nostro mondo, che non deve essere mai dimenticato da chi lavora in questo settore, è che l’informatica e la tecnologia sono al servizio dell’uomo e hanno senso solo se effettivamente aiutano e semplificano la vita. È inutile creare un programma meraviglioso che fa tutto e anche di più, se chi lo deve usare impiega più tempo a capire come funziona. Allora è meglio comprendere le vere esigenze del cliente e creare qualcosa di innovativo, però semplice e immediato da utilizzare.
Sei una Web Developer e una Database Administrator. Si tratta di due professioni che, come dicevo nell’introduzione all’intervista, conosco in maniera vaga. Aiutami a fare un po’ di luce. Partiamo dalla prima: quali sono le mansioni e le responsabilità di un web developer?
Nel senso assoluto del termine, un Web Developer è la persona che scrive, pigiando tasti su tasti, quello che poi diventerà un sito o un’applicazione per il web. Per la mia esperienza, essere un Web Developer non significa soltanto essere un competente “pigiatasti”, ma un consulente con molte paia di occhiali, per avere contemporaneamente più visioni di quello che si sta creando.
Oggi fare un sito web non è così difficile come anni fa, perché si hanno a disposizione molti strumenti che ne semplificano la creazione e lo sviluppo, quindi con discrete conoscenze un sito lo si riesce anche a realizzare. Ma riuscire a creare qualcosa che esprima il potenziale del committente, che semplifichi la vita all’utente finale e al cliente stesso, il tutto avvolto in un innovativo design che crei la percezione di trovarsi nello spazio web giusto, è tutta un’altra cosa.
Credo che l’impegno maggiore stia nel non trascurare i dettagli, perché, ironicamente, quando questi mancano lo si nota subito!
E invece quali sono i compiti di un database administrator?
Tecnicismi a parte, il compito fondamentale di un Database Administrator è creare armonia. È meraviglioso quando tutto è ordinato, fruibile, sincronizzato, perché diventa quasi una sinfonia.
Si interviene per trasformare il caos dei dati in un accordo perfetto, o meglio, perfettibile. Mi fa sempre uno strano effetto quando tutto funziona: è emozionante ed è il minimo che i nostri clienti si attendono da noi.
Fino a non molto tempo fa, l’informatica era un ambiente di soli uomini. Oggi, sempre più donne svolgono questo tipo di professioni tecniche. È un fatto che hai notato anche tu?
Sì, e ne sono molto contenta. Nel mio corso di studi all’Università le donne rappresentavano solo il 10-15%, ora invece le percentuali sono cambiate. E Factordev ne è un fiero esempio. Siamo piccoli, per ora, ma equamente ripartiti tra uomini e donne, e questa proporzione vogliamo mantenerla nel corso della crescita aziendale. Anzi, durante l’estate la parte femminile dell’azienda passerà in vantaggio grazie a una ragazza delle scuole superiori che ha scelto la nostra azienda per il suo stage estivo. Quanto a bravura, sì, sono di parte, ma noi donne abbiamo una marcia in più.
Parliamo di linguaggi di programmazione in ambito web. Ce n’è uno più usato degli altri? Oppure è corretto scegliere di volta in volta, in base al progetto specifico? Esistono per caso delle mode del momento?
Stiamo vivendo un’epocale rivoluzione, che, giusta o sbagliata che sia, ci vede con il capo reclinato sui nostri vari schermi. Smartphone, tablet e sempre meno computer. Nel futuro saremo invasi da app di ogni tipo e per ogni esigenza, in un vorticoso rincorrersi di nuovi bisogni e di nuove tendenze, quindi è necessario stare al passo con i tempi e la stessa cosa accade per i linguaggi di programmazione. Si valutano compatibilità, fruibilità e costi, e ci si adegua di conseguenza.
Ti va di raccontarci un progetto su cui hai lavorato e di cui sei particolarmente orgogliosa?
Con molta modestia, vado orgogliosa di ogni progetto che ho sviluppato, ripagata dalla soddisfazione dei miei clienti, ma ogni progetto è stato una vittoria agrodolce, perché, in genere, in ogni lavoro che ho sviluppato si poteva fare di più, qualcosa di meglio, ma le richieste dei clienti, i tempi e, purtroppo, i costi non lo hanno permesso.
Il progetto di cui vado orgogliosa è proprio quello al quale sto lavorando: è un progetto interno all’azienda che presto vedrà la luce del grande pubblico e, spero, un alto gradimento.
Ammettiamo che io sia uno studente di informatica e che voglia diventare web developer o database administrator dopo la laurea. Mi daresti qualche consiglio perché possa partire con il piede giusto, evitando i classici errori dei principianti?
Il mio consiglio: non è una questione di competenze! Certo, le nozioni di base bisogna conoscerle, ma una laurea non è né sufficiente né indispensabile. È una questione di approccio: un web developer o database administrator non sono dei semplici “pigiatasti”. Se così fosse, in base alla mia esperienza, ciò farebbe innalzare velocemente un forte senso di frustrazione in chi svolge questi compiti e porterebbe la persona a lavorare solo per una finalità prettamente economica, eliminando tutta la parte della soddisfazione personale.
Il mio consiglio è di sentirsi parte del progetto, condividere attivamente, proporre, testare, spingersi al paradosso per poi delineare nuove strategie e nuovi approcci.
A volte dipingono il mio mondo come il mondo dei nerd, di quelli impacciati, degli occhialuti dietro un grande monitor che passano le giornate a digitare insensate righe di codice e a ridere di battute incomprensibili. Forse tutto questo un po’ è vero, ma non bisogna dimenticare che questo popolo di nerd riesce a incantare milioni di persone, a farle divertire, a semplificare la loro vita, creando modelli di business fino a qualche anno fa inimmaginabili.
Che cosa fai per rimanere aggiornata sulle novità che riguardano il tuo lavoro?
La nostra fortuna come Factordev è che abbiamo clienti molto variegati, che vanno dal settore farmaceutico a quello bancario e assicurativo, e attività commerciali che ci hanno chiesto di realizzare siti e-commerce per settori differenti, fino ad associazioni ed enti impegnati nel sociale. Quindi, il mio aggiornamento è la continua sfida per risolvere le esigenze dei nostri clienti, per eliminare gli insidiosi bugs, per risolvere le loro problematiche e semplificargli l’attività quotidiana, con lo scopo di permettergli di avere più tempo per ciò che è il loro core business. Dove non si arriva con le competenze interne, non rimane altro che far partire la ricerca ed assumere una nuova leva, che vada ad aumentare il nostro organico e soprattutto ad ampliare e a rinfrescare le nostre conoscenze.
Siamo in chiusura. Quali sono i tuoi progetti nel breve termine? E nel lungo?
Factordev è appena nata, anche se sono passati già cinque anni. Siamo in un settore in forte crescita e, fino a oggi, il lavoro non è mancato. Ci stiamo riposizionando sul mercato ampliando il nostro organico, mantenendo però quella dimensione umana che, forse, nelle grandi aziende è venuta meno. Da qui la scelta di avere il quartier generale di Factordev a Pontremoli, nella splendida valle della Lunigiana, diventata negli ultimi due decenni solo terra di emigrazione verso le grandi città. Nel nostro piccolo stiamo invertendo la tendenza e il mio augurio è che sempre più persone riscoprano il piacere di lavorare in cittadine a misura d’uomo.
Il nostro obiettivo è crescere, di dimensione, di fatturato, nel numero dei dipendenti e contemporaneamente lavorare ai nostri progetti interni con l’entusiasmo di poter un giorno essere i creatori di una qualche piccola rivoluzione a beneficio di qualche milione di persone. Manca poco…
Ringrazio Mary Ercolini per il tempo che è riuscita a dedicarmi, strappandolo ai suoi impegni lavorativi. Ora ho davvero le idee più chiare sulla professione di web developer e su quella di database administrator. Le due figure hanno perso gran parte dell’alone di mistero di cui le vedevo circondate, e penso di poter dire – insieme a voi – che ora ho gli strumenti per apprezzare meglio il lavoro di chi realizza tutti quei siti web che rendono possibili molte delle mie attività quotidiane.