Che cos’è la negative SEO (detta anche black hat SEO)? E poi: rappresenta davvero un pericolo per i posizionamenti (ranking) ottenuti su Google e sugli altri motori di ricerca dai siti aziendali? Vediamo di chiarire la faccenda, cominciando con il dare la definizione del concetto.
La negative SEO è quell’insieme di tecniche che trasgrediscono volontariamente alle istruzioni di Google (o di altri motori) per l’ottimizzazione dei siti ai fini del posizionamento organico (o naturale). Il suo obiettivo è quello di peggiorare i posizionamenti ottenuti nelle SERP da uno specifico un sito web (quasi sempre quello di un concorrente).
I perché del fenomeno
Nell’ambiente iper competitivo della Rete, il posizionamento organico ha una grande rilevanza econimica. In effetti, ottenere la prima posizione per una data una query invece della seconda può comportare migliaia di euro guadagnati. Figuriamoci quanto ampia è la differenza con le altre posizioni. Esistono perciò due differenti strategie per diventare i numero uno in una SERP (o comunque per essere in prima pagina):
- Lavorare per migliorare le proprie posizioni organiche
- Lavorare per danneggiare i ranking dei concorrenti
Dico una cosa che dovrebbe essere ovvia: la seconda soluzione è inaccettabile. È vero che la SEO, quella fatta per migliorare i risultati del proprio sito (detta anche white hat SEO), è complicata da fare. Ci vogliono infatti tempo, denaro, lavoro, competenze, pazienza. La negative SEO, dal canto suo, è abbastanza semplice da implementare: visto che le regole dei motori di ricerca quelle sono, anche un solo backlink (cioè un link in ingresso) di bassa qualità può avere un impatto grave sulla SEO del sito che lo riceve.
Inoltre, la negative SEO è piuttosto difficile da contrastare. Poiché la SEO dipende da molti fattori (alcuni dicono che siano più di 200), essi sfuggono a un controllo puntuale dei webmaster. Non c’è modo di verificare tutto. Ciò significa che, spesso, non ci si accorge nemmeno di aver avuto un attacco di black hat SEO. Però, lo ripeto: tutto ciò è inaccettabile. I concorrenti si battono con il lavoro e non con i mezzucci illegali.
Di che si tratta in pratica?
Nei casi più semplici, la tecnica consiste nel creare link verso il sito da danneggiare che partono da siti di scarsa qualità. Ciò affinché il sito destinatario di tali collegamenti venga classificato da Google come appartenente a un sistema di siti spammer. Oppure come un sito che fa link building violando palesemente le raccomandazioni di Google.
Una forma di negative SEO più raffinata passa invece dall’uso dei social media per influenzare la reputazione di un sito. Questo per far sì che i motori di ricerca rilevino che ci sono informazioni e segnali negativi associati al sito (ad esempio, un basso punteggio nelle recensioni dei clienti).
È poi possibile fare black hat SEO attraverso manovre più complesse, alcune delle quali richiedono un know-how tecnico avanzato. Si parla qui di vera e propria pirateria informatica nei confronti di un sito. Oppure di azioni fatte postando commenti falsi, creando contenuti duplicati, lanciando attacchi DDOS e così via.
Come proteggersi dalla negative SEO?
Nel sospetto di un’attività di black hat SEO verso il proprio sito, è necessario assicurarsi che si sia realmente vittime di un attacco. In effetti, le possibilità sono piuttosto basse: le tecniche di black SEO richiedono comunque tempo e un know-how non banale. E poi il gioco deve valere la pena, sennò quel tempo è meglio dedicarlo ad attività di white hat SEO per il proprio progetto online. Del resto, questa è una cosa sempre auspicabile: meglio far crescere i posizionamenti organici del proprio sito che tentare di danneggiare quelli dei competitor.
Ad ogni modo, in caso di backlink di scarsa qualità, è possibile ad esempio rifiutare i link sgraditi attraverso gli strumenti della Search Console di Google. Nelle situazioni che sono invece più gravi, bisogna affidarsi alla consulenza di un SEO specialst esperto in penalizzazioni.
Vuoi vendere più prodotti e servizi?
Il web marketing ti aiuta.
>>> Contattami e parliamone! <<<
Questa è la definizione di che cos’è la negative SEO (conosciuta anche con il nome di black hat SEO), ed è stata scritta da Alessandro Scuratti, consulente di marketing e comunicazione.
Da più di 20 anni aiuto le piccole e medie imprese a vendere di più. Dal 2011, gestisco questo mio blog, che raccoglie migliaia di visite ogni giorno. Sono l’autore del libro Scrivere per il web 2.0, adottato da due università.
Vuoi contattarmi per sapere come portare la tua azienda online? Vuoi scoprire come intercettare i bisogni dei tuoi clienti e generare contatti commerciali in modo continuativo? Vuoi incrementare le vendite dei prodotti e servizi della tua azienda? CONTATTAMI e troveremo la soluzione per fare acquisizione clienti per il tuo business!