Che cos’è la keyword density? La definizione chiarisce il significato di questa espressione, usata nella search engine optimization (SEO): si tratta della frequenza con cui una specifica parola chiave (keyword) appare nel testo di una pagina web.
Tipicamente, la keyword density è misurata per le parole chiave per cui si è deciso di ottimizzare il codice della pagina web. Cioè: si misura tale parametro per le keyword per cui si desidera che il relativo contenuto si posizioni bene su Google e sugli altri motori di ricerca.
In altri termini, la densità delle keyword è un fattore che interessa chi vuole apparire in buona posizione su Google, quando gli utenti fanno una determinata ricerca (query). Tanto per fare un esempio, questo mio articolo è ottimizzato proprio per la chiave keyword density, la cui densità nel testo è del 2%.
Come si misura la keyword density di un contenuto online?
Questo parametro è misurato in percentuale. Nello specifico, il suo valore si ottiene dividendo il numero di parole chiave presenti nel testo della pagina per il numero di parole totali nella pagina. Facciamo un esempio numerico, per rendere più chiaro il concetto. Se il testo di una pagina web conta 100 parole totali e la parola chiave è ripetuta 4 volte, la keyword density è del 4%.
Ma la densità delle parole chiave è davvero un parametro importante?
Quando ho incontrato la SEO per la prima volta, nel 2002 o nel 2003, forse la disciplina non si chiamava nemmeno così. Non ricordo bene, ma il motore di ricerca più usato allora in Italia era addirittura Altavista. A quei tempi, per posizionarsi bene sui motori di ricerca, bastava infarcire di parole chiave il tag keywords della pagina web. La cosa funzionava perfino se la pagina trattava un argomento e, nel tag keywords, si infilavano chiavi di tutt’altro ambito. I motori davano molto più peso a queste ultime rispetto a quelle nel testo della pagina!
Nel 2007, le cose erano molto cambiate. La tecnica descritta sopra non funzionava più e il keyword stuffing poteva perfino comportare una penalizzazione. È lì che si è diffuso il concetto di keyword density. Per la serie: “Se non posso più mettere keyword a casaccio, quali devo mettere? E quante volte le devo ripetere per andare in prima pagina di Google?”. I guru della SEO hanno provato a dare una risposta a queste domande: “Metti quelle in tema con l’argomento trattato e mettine il 4% o il 5% oppure tra il 6% e il 10% al massimo”. Ognuno aveva la propria ricetta, più o meno sperimentata.
E oggi? Come stanno le cose? Il concetto di densità delle parole chiave ha perso importanza – se mai ne ha avuta davvero, perché gli algoritmi di Google monitorano un gran numero di fattori e non soltanto uno. Dunque, oggi non ha praticamente più senso parlarne. Per esempio, tempo fa, un post di questo mio blog è stato, per quasi tre anni, primo su Google per la query come aprire un blog. Eppure, in nessun punto del contenuto avevo scritto quella keyword. Certo, nel testo c’erano dei sinonimi, per esempio come creare un blog o come iniziare a fare blogging. Però, non c’era quella keyword expression precisa.
Che cosa significa questo? Gli algoritmi attuali dei motori di ricerca sono molto più raffinati rispetto all’inizio degli Anni Duemila. Oggi, per posizionarsi bene su Google, occorre creare contenuti di qualità e scrivere in modo naturale. Occorre cioè dare valore vero a chi legge. E scrivere per gli umani anziché per gli spider dei motori.
In tale contesto, la keyword density è un concetto superato. Non ha davvero più senso misurare la densità di una parola chiave in un contenuto. Nella migliore delle ipotesi, si rischia di restare vincolati a un concetto che incide poco o nulla nell’ottimizzazione SEO. Nella peggiore, se si sceglie una densità elevata, si rischia di creare dei testi poco spontanei, quasi robotici, che stancano i lettori. E che facilmente vengono classificati dai motori di ricerca come dei tentativi di imbrogliare.
Dunque, che cosa bisogna fare? Come ci si deve comportare? Il mio consiglio è quello di ignorare la keyword density e di scrivere in maniera naturale, preoccupandosi esclusivamente di essere chiari ed esaustivi. Insomma: il mio suggerimento è, per l’appunto, quello di creare dei contenuti di valore. Se saranno tali, Google se ne accorgerà e li premierà con un buon posizionamento nelle proprie SERP.
In conclusione, è senz’altro possibile inserire la parola chiave in un testo, ci mancherebbe. Però, non bisogna più angosciarsi su quante volta la keyword vada ripetuta. L’ottimizzazione SEO non ha più nulla a che fare con tecniche di questo tipo.
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Questa è la definizione di che cos’è la keyword density ed è stata scritta da Alessandro Scuratti, consulente di marketing e comunicazione.
Da più di 20 anni aiuto le piccole e medie imprese a vendere di più. Dal 2011, gestisco questo mio blog, che raccoglie migliaia di visite ogni giorno. Sono l’autore del libro Scrivere per il web 2.0, adottato da due università.
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