Visual storytelling: come creare engagement con le immagini

visual storytellingPerché scrivo un post sul visual storytelling? Per un motivo molto semplice: fare content marketing o branded content attraverso le immagini funziona. Eccome se funziona. In effetti, lo storytelling non è una tecnica che deve obbligatoriamente far uso solo delle parole scritte. Si possono raccontare storie anche attraverso le immagini. E in ciò consiste appunto il visual storytelling.

Le persone amano le fotografie e i video in modo particolare. Perché comunicano le informazioni in maniera immediata. La parola scritta è invece più adatta a trasferire concetti complessi o densi. Attenzione: non voglio dire che una cosa sia meglio dell’altra! Voglio semplicemente dire che ci sono diversi livelli di comunicazione. Ogni intervento comunicativo va pensato in funzione di ciò che si deve comunicare e del destinatario della specifica comunicazione.

Ad ogni modo, brand e le PMI che vogliono essere davvero efficaci nel loro marketing dei contenuti fanno uso sia dello storytelling che del visual storytelling. Integrando tra loro questi due tipi di comunicazione.

Prima di procedere ulteriormente, è forse utile dare una definizione del visual storytelling, giusto per fissare le idee. Bene, questa disciplina – come spiega la presentazione qui sotto – è in pratica identificabile con l’uso di immagini, video o qualsiasi altro elemento di tipo visivo per trasmettere messaggi che suscitino emozioni nel pubblico di un brand. Va da sé che questo particolare strumento di marketing legato alle immagini sia molto potente e possa ottenere un engagement ampio.

Faccio un’altra premessa, prima di tuffarmi nell’approfondimento dei contenuti legati all’argomento. Voglio cioè regalarti un nome – e un cognome – da prendere come punto di riferimento per saperne di più sul visual storytelling. Ti consiglio, se già non la conosci, di seguire Valentina Tanzillo, una grande professionista del web che è anche un’esperta di comunicazione attraverso le immagini. Non ti ho fatto un nome a caso: questa ragazza è davvero bravissima. Se la segui, imparerai tantissime cose su questa disciplina così importante.

 

Il visual storytelling funziona. Sul serio

Ma il visual storytelling è davvero capace di garantire una comunicazione così potente come si dice? Sì, lo è. Per esempio, lo testimonia un’infografica di VFM Leonardo. Questo modo di veicolare le informazioni consente ad esempio di creare contenuti che aumentano notevolmente l’engagement degli utenti online. Ecco i dati statistici che, a tal riguardo, vengono riassunti dall’infografica:

  • Su Facebook, i video sono condivisi ben 12 volte di più rispetto ai contenuti che combinano testo e link.
  • Sempre su Facebook, le fotografie ricevono il doppio dei “Mi piace” rispetto agli aggiornamenti di stato che sono solo testuali.
  • Su YouTube, in ogni singolo minuto, vengono caricate più di 60 ore di filmati.
  • Sempre su YouTube, sono circa 100 milioni gli utenti web che interagiscono attraverso la piattaforma del social network.
  • Le fotografie e i video garantiscono una maggior interazione anche nel medio periodo – cioè non solo nei momenti strettamente successivi alla loro pubblicazione – rispetto ai semplici testi. Insomma: il visual storytelling ha una data di scadenza più lunga.  🙂
  • I post che contengono dei video attirano il triplo di link in ingressolink earning – rispetto ai post che non li hanno. E questo è un vantaggio enorme non solo in termini di visual storytelling e di content marketing, ma anche in chiave SEO!
  • Pinterest è il social network che vanta l’incremento di utenti percentualmente più grande dal 2012 al 2015. E Pinterest è anche il social network più adatto per fare visual storytelling…

Dunque, i dati statistici parlano piuttosto chiaro: il visual storytelling è una tecnica per veicolare messaggi che può tradurre in risultati concreti le strategie di digital marketing dei brand e delle PMI.

Fotografie, immagini, disegni e video: gli internauti sono dei grandi fruitori di tutto ciò che rientra nella categoria visual. Le aziende che dimostrano attenzione verso i cambiamenti che avvengono in Rete non possono ignorare questo fatto. Di conseguenza, si può prevedere che il visual storytelling troverà in futuro uno spazio sempre più ampio nelle tattiche di marketing dei brand e delle PMI.

 

Visual storytelling: molti altri dati a suo favore

Quanto ho scritto sopra non ti è bastato? Hai bisogno di altre statistiche per esser convinto? Nessun problema: ecco una nuova raffica di dati a favore del visual storytelling!  😀

In particolare, il blog della Mc Graw Hill Education ha pubblicato anch’esso un’infografica che illustra altri elementi a sostegno dell’utilità del visual storytelling nel digital marketing. Andiamo a vedere nel dettaglio che cosa ci viene illustrato:

  • Il 90% delle informazioni che arrivano al nostro cervello affinché siano elaborate sono informazioni di tipo visivo.
  • Il cervello umano elabora le informazioni di tipo visual 60.000 volte più velocemente di quelle di tipo testuale.
  • Il 40% delle persone risponde più efficacemente a stimoli informativi di tipo visivo che non a stimoli di tipo testuale.
  • Nelle persone, l’attention span – cioè la capacità di focalizzarsi totalmente su una singola mansione – varia da 2,8 secondi a 8 secondi. Ecco perché, in molti casi, il visual storytelling può essere la scelta più adeguata per fare marketing dei contenuti: è più immediato. Insomma il visual storytelling può essere spesso il modo più veloce ed efficace per attirare l’attenzione del pubblico di potenziali clienti dei brand e delle PMI.

Anche questa seconda grafica ci dimostra che il visual storytelling riesce a ottenere risultati assolutamente degni di nota. Brand e PMI – o almeno: le aziende che sono più attente al mondo del web – se ne sono ovviamente già accorti, e usano i contenuti visual per impattare ancor di più sul loro ROI.

Se quanto detto fin qui ancora non ti basta, ecco un video che spiega, fornendo ulteriori dati, il perché fare visual storytelling sia oggi una scelta senza dubbio vincente per le aziende, sia B2C che B2B.

 

Visual storytelling: i consigli per farlo bene

Fin qui mi sono occupato dell’importanza dei contenuti web di tipo visual, e ho condiviso diversi dati statistici sul perché sono così efficaci. La domanda successiva è ovviamente questa: ma come si fa a fare visual storytelling che ottiene risultati?

Già, perché per impattare nelle proprie tattiche di comunicazione visiva non basta certo pubblicare sul web una foto qua e una là, a casaccio! Non è di certo sufficiente postare una bella immagine sul blog aziendale o sul profilo Facebook o su quello Twitter o su quello LinkedIn! Per comunicare bene attraverso le immagini occorre pensare una tattica in grado di dare risultati certi.

Quali sono dunque i suggerimenti per fare visual storytelling come si deve? Ecco dieci dritte che non puoi permetterti il lusso di ignorare e che renderanno i tuoi visual molto più potenti dal punto di vista dell’engagement.

  1. Fare visual storytelling significa… essere strategici

    Il primo passo di qualsiasi azione di marketing che voglia essere davvero efficace è quello di riflettere bene su quel che si fa e sui risultati che si vogliono ottenere. Il secondo è conoscere bene il proprio target, per creare contenuti che possano incontrarne il favore.
    Tutto ciò si può unire in un’unica parola: strategia. Ecco, per fare visual storytelling come si deve occorre essere strategici. Perché nulla si può improvvisare sul web, a meno di essere amanti del brivido!
    L’arte di raccontare storie non sfugge a questa regola. Se consideriamo il visual sorytelling mettendoci da un punto di vista superficiale, potremmo concludere che questa disciplina consiste semplicemente nell’essere un po’ creativi e lasciare le briglie sciolte all’improvvisazione e alla fantasia. Niente di più sbagliato. Lo ripeto: raccontare attraverso le immagini non è facile. Ed è cosa che necessita di un’attenta, accurata, puntuale pianificazione strategica e, successivamente, tattica e tecnica.

  2. Il visual storytelling è… raccontare la tua storia

    Si chiama visual storytelling, il che significa che devi raccontare storie. Ma che tipo di storie? Devi forse fare pubblicità smaccata ai tuoi prodotti e servizi? Non sempre, soprattutto se ti trovi sui social network, che non sono un canale ideale anche per la vendita diretta dei tuoi prodotti o servizi.
    Lo scopo di questo tipo di marketing attraverso le immagini è lo stesso del branded content, e cioè trasferire al tuo pubblico i tuoi valori aziendali, le tue eccellenze competitive, i motivi per cui tu sei unico rispetto al panorama del mercato!
    Il visual storytelling non c’entra alcunché con la pubblicità tradizionale o, peggio ancora, con l’interruption marketing! Raccontare storie significa fare marketing in ottica “pull” e non “push”. Il che è un vero e proprio ribaltamento delle logiche promozionali più classiche.

  3. Fare visual storytelling significa… suscitare emozioni

    Non dovrebbe essere una sorpresa questo punto. Perché la stessa cosa vale per esempio per la scrittura e per le immagini. Niente emozioni, nessun engagement! Pensa per esempio alle raccomandazioni che si danno per scrivere le call to action, i titoli dei contenuti web, i testi delle landing page e per scegliere le immagini da inserire nelle pagine web dei siti e dei blog. La chiave di tutto è essere accattivanti, scuotere i visitatori, suscitare una reazione. Insomma: se il tuo visual storytelling non tocca le emozioni del tuo pubblico, non sarà efficace al 100%.

  4. Il visual storytelling è… mostrare la tua personalità

    In linea generale, gli utenti del web non amano chi si presenta in maniera asettica. Tendono anzi ad apprezzare chi mostra la propria personalità, le proprie idee, il proprio carattere. La stessa cosa vale per le aziende. Prova per esempio a fare un giro su Facebook e su Twitter e a dare un’occhiata agli account delle aziende che hanno pochi fan e pochi follower. Di sicuro, uno dei problemi maggiori della loro comunicazione online è che quest’ultima è asettica, impersonale, robotica.
    Ecco, il visual storytelling si propone di fare l’esatto contrario. Perché il visual storytelling è un modo di comunicare caldo, coinvolgente, stimolante. Ecco il perché del fatto che tanti brand ne fanno uso. Devi fidarti: se fatto nella maniera giusta, ti farà ottenere risultati notevoli. E una delle maniere giuste di farlo è appunto quella di mostrare la tua personalità!

  5. Fare visual storytelling significa… fondere immagini e parole

    Le immagini sono potenti. Ma l’errore che si può commettere è pensare che, visto che sono così tanto potenti, le parole diventino superflue. Questo è un errore grossolano. I risultati migliori, nel fare visual storytelling, so ottengono fondendo le immagini alle parole. Quindi, le immagini non escludono le parole e viceversa. Anzi: è proprio il matrimonio tra parole e immagini che può dare al tuo storytelling lo sprint che può farne uno strumento di marketing che dà risultati di primissimo piano.

  6. Il visual storytelling è… scegliere il tuo stile di comunicazione visiva

    Si tratta semplicemente di stabilire l’identità visiva con cui presentare le tue comunicazioni in ambito di visula storytelling. In altre parole: decidi qual è il tuo marchio di fabbrica a livello di visual. Ovviamente la tua socierà ha già un proprio logo e i propri “colori aziendali”. Ecco, i tuoi visual dovrebbero, se non proprio richiamarsi fortemente a questi colori, almeno armonizzarsi con essi, essere coerenti secondo una certa logica con essi.
    Ciò vale anche per i tuoi profili sociali sui vari social network. Coerenza visiva è la parola d’ordine. Perché è chiaro che tutto è più semplice se il tuo visual storytelling segue degli standard codificati, invece di intraprendere azioni che sono legate soltanto all’estro creativo del momento dei tuoi grafici!

  7. Fare visual storytelling significa… coinvolgere più persone nella creazione dei contenuti

    Che cosa significa coinvolgere più persone? Innanzitutto, per raccontare storie aziendali si può usare il contributo dato dai dipendenti, che potrebbero letteralmente metterci la faccia, raccontando la realtà aziendale vista dal di dentro. Ma si possono coinvolgere anche i propri clienti, che avessero voglia di comparire. Oppure possono venire in aiuto anche i profili social del brand o della PMI, che potrebbero servire a coinvolgere i fan su Facebook, i follower su Twitter ecc. In pratica: esistono molti modi di fare visual storytelling chiedendo il contributo delle persone che sono dentro all’organizzazione o che comunque la seguono o ne sono clienti. A te la scelta della tattica che può sembrarti più efficace.

  8. Il visual storytelling è… parlare dei tuoi valori

    È un po’ quello che succede quando si fa branded content, che non a caso è una tecnica di marketing che fa uso prevalentemente di video, cioè di immagini. Insomma: qual migliore occasione del racconto di una storia per veicolare con essa i valori costitutivi del tuo brand o della tua PMI? Così facendo, potrai parlare al pubblico della nicchia in cui operi di quelli che sono i tuoi valori societari. Ma soprattutto: attraverso il visual storytelling, potrai parlare di questi valori in maniera più fresca, meno ingessata e meno noiosa.
    Pensa infatti a come di solito le aziende mostrano i loro valori. Ti sono venute in mente delle pallosissime pagine web “I nostri valori” oppure delle sonnolente brochure istituzionali? Ecco, proprio a quella roba mi riferivo! 😀 Ma con il visual storytelling può essere tutta un’altra cosa!

  9. Fare visual storytelling significa… mostrare come nasce un prodotto

    Sì, anche il seguire la realizzazione di un prodotto, dalla sua progettazione fino alla sua realizzazione, può diventare un modo di raccontare una storia attraverso le immagini. Chissà quanti video avrai visto che raccontano la nascita di un’idea, di un prodotto o di un servizio. E saranno di certo altrettanti quelli che raccontano lo stesso tipo di avvenimenti attraverso una sequenza di immagini. Ecco, in questi casi il visual storytelling racconta come non mai una storia, la storia della nascita di qualcosa di molto importante per l’azienda.

  10. Il visual storytelling è… provare, provare, provare sempre

    Nessuno ha la bacchetta magica: nel mondo del web occorre provare, sperimentare, modificare, ripartire con idee nuove. In altre parole: ciò che funziona lo decreta solo il pubblico. Metti quindi in conto di dover fare degli esperimenti. Non affezionarti troppo a un’idea visual, ciò che è efficace una volta potrebbe non esserlo in futuro. Sperimenta sempre, come uno scienziato chiuso nel suo lavoratorio… visual!  🙂

 

Chiudo qui questo mio lungo post sul visual storytelling. Il mio invito finale è il seguente: se sei un imprenditore o se sei il manager a capo di un’azienda inizia a considerare l’importanza dei contenuti visual. Non accampare scuse: c’è sempre un modo intelligente e pratico per sfruttare la potenza delle immagini. A te spetta iniziare e scoprire che cosa funziona di più nel tuo caso!

 


visual storytellingQuesto post sul visual storytelling e sulla grande mano che i contenuti visual danno alle tattiche e alle tecniche di content marketing è stato scritto da Alessandro Scuratti, content specialist e business blogger.
Da 19 anni mi occupo di comunicazione per le aziende, come business writer e come content marketer. Dal 2011, gestisco questo mio business blog, che raccoglie migliaia di visite al giorno. Sono autore di “Scrivere per il web 2.0”.
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Un pensiero su “Visual storytelling: come creare engagement con le immagini

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