Ogni anno HubSpot pubblica il rapporto State of Inbound Marketing, che riporta i risultati delle interviste a circa 4.000 professionisti del marketing di tutto il mondo, che lavorano in aziende di varie dimensioni e operanti in diversi settori. Questo documento ci permette di capire quali sono le principali tendenze del marketing inbound, cioè di quella disciplina che ci consente di attirare, interessare e convertire i visitatori in clienti.
Vi consiglio di scaricare il rapporto e di leggervelo per intero: ne vale la pena. In questo mio post vi farò un veloce riassunto di alcuni dei numeri più significativi. Capiremo così quali sono le nuove vie che sta prendendo l’inbound marketing o, se vogliamo, di quelle che sta percorrendo un suo parente molto stretto, e cioè il content marketing.
Ecco dunque lo stato dell’arte dell’inbound marketing in questo 2015, in base a quanto raccontano i marketer intervistati da HubSpot.
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L’inbound marketing è la tattica preferita dai marketer, sia nel B2C che nel B2B
Questa prima notizia è davvero ottima! A quanto pare, infatti, le aziende di tutto il mondo hanno finalmente compreso che le attività di marketing inbound sono le più efficaci per trovare nuovi clienti. Hanno cioè capito che, tanto per fare qualche esempio, è utile creare un sito web o aprire un blog o mettere online un e-commerce solo se i contenuti che vi pubblicano sono di grande qualità, cioè se quei contenuti mirano a risolvere problemi concreti della nicchia a cui le aziende si rivolgono. Secondo lo studio, l’hanno compreso anche le organizzazioni operanti nel non profit.
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La pubblicità tradizionale non funziona più
Evviva! Anche questa è fatta: brand e PMI hanno finalmente scoperto che la pubblicità tradizionale (outbound marketing) impallidisce a livello di lead generation se confrontata con il marketing dei contenuti (inbound marketing).
Ricordate che la gran parte dei soldi che spendete in pubblicità sui media tradizionali è buttata dalla finestra. Create piuttosto contenuti per i vostri siti e per i vostri business blog! I contenuti web restano nel tempo, riuscendo a portare sempre del traffico, e il loro impatto sul ROI è perfettamente misurabile! Invece il ROI proveniente dalla pubblicità tradizionale non lo è per niente!
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Il ROI dell’inbound marketing è il più sostanzioso
Poco importa il budget che hai a disposizione: che tu disponga di molti soldi oppure di pochi, il ritorno sull’investimento maggiore lo ottieni con l’inbound marketing. Lo dicono più della metà delle aziende intervistate dalla ricerca. E tra l’altro, come già dicevamo al punto precedente, il grande vantaggio di questo tipo di marketing è che si riesce a misurare con precisione il ROI di ogni centesimo investito. Il ROI collegato alle tradizionali pubblicità di tipo outbound è staccatissimo a livello di preferenza.
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La priorità alle conversioni!
Il rapporto indica anche un altro fatto importante: indipendentemente dal settore in cui operano e dalle loro dimensioni, le aziende hanno un’unica priorità nel loro marketing. Quale? Convertire i prospect in lead e poi i lead in clienti! In effetti, non è più tempo di focalizzarsi su parametri poco importanti come il numero di like su Facebook. Non è più tempo di sprecare energie analizzando parametri magari anche importanti, ma poco utili in sé, come il numero di visite. È tempo di convertire il traffico web in clienti che comprano: questo dovrebbe essere il risultato prioritario di ogni presenza online.
Occhio che, per riuscire in questo intento, è importante anche avere un sistema di lead generation ben studiato. Non tutti i potenziali clienti acquistano alla prima visita: ognuno di essi acquista quando si sente pronto, e il tempo di risposta varia soggettivamente da persona a persona. Per questo occorre, una volta ottenuta la mail dei potenziali clienti, creare anche un sistema di newsletter che ci permettano di fare il cosiddetto lead nurturing.
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La creazione di contenuti è sempre più esternalizzata
L’inbound marketing si poggia sulla creazione di contenuti, il cui compito è intercettare i problemi dei potenziali clienti, dando una soluzione precisa ed efficace ad essi. Dunque, per aver successo nell’inbound marketing occorre creare contenuti di qualità, personalizzati sulle esigenze del proprio target. In questo senso, lo studio rivela che è calato il numero delle aziende che producono i contenuti al proprio interno. Sempre più brand e PMi decidono infatti di delegare la produzione di contenuti a professionisti che fanno questo di mestiere.
Le evidenze di questa indagine di HubSpot sono perentorie: l’inbound marketing è una tattica di marketing che dà risultati eccellenti. Di più: è quella che tutte le aziende dovrebbero usare, dal momento che funziona sempre, indipendentemente dalle dimensioni delle società e dal settore in cui fanno business.
E tu? Fai anche tu inbound marketing? Se sì, qual è il tipo di produzione di contenuti online su cui ti concentri? E ancora: conosci altre ricerche recenti che riguardano il marketing dei contenuti? Condividile con noi lasciando il loro link in un commento qui sotto!
Questo post sull’inbound marketing e sui motivi per cui è una disciplina che dà grandi soddisfazioni alle aziende è stato scritto da Alessandro Scuratti, content specialist e business blogger.
Da 19 anni mi occupo di comunicazione per le aziende, come business writer e come content marketer. Dal 2011, gestisco questo mio blog, che raccoglie migliaia di visite ogni giorno. Sono autore di Scrivere per il web 2.0.
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