Ci sono artisti che hanno fatto dell’arte del togliere (contrapposta a quella dell’accumulare) la loro cifra stilistica. È successo un po’ in tutti i campi: nella letteratura, nella pittura, nel cinema. Carl Theodor Dreyer, il grande cineasta danese, è appunto famoso (anche) per questa sua capacità di inseguire e cogliere l’essenziale in ogni scena dei suoi film.
In questo caldo mese di agosto, mi sto dedicando alla lettura di diversi libri, le cui recensioni pubblico via via sul blog. Tutte queste letture mi hanno giovato: i miei pensieri sono stati contaminati dalla varietà dei temi di cui ho letto. E così mi sono venute idee nuove, stimolate dall’aver cambiato il punto di osservazione su alcune cose. O stimolate dall’aver avvicinato argomenti che di solito non affronto.
Così, mentre l’altra sera vedevo il film Pagine dal libro di satana di Dreyer, mi è venuto in mente che un business writer ha tanto da imparare da questo grande regista. Mi spiego meglio.
Dreyer è il regista dell’essenziale. Sia nelle sceneggiature che nelle riprese in scena. I monologhi e i dialoghi dei suoi personaggi sono spesso ieratici, sospesi tra grandi pause di silenzio. Gli interni delle case e degli edifici in cui le storie si svolgono sono spogli: l’arredamento è ridotto al minimo, comprende solo ciò che è funzionale alla scena, per non distrarre lo spettatore da ciò che davvero conta. Insomma: come ho detto all’inizio, Dreyer è un maestro nell’arte del togliere il superfluo.
Ma anche un business writer dovrebbe essere così. In effetti, qual è il compito di uno scrittore professionale? Trasferire i concetti, le idee, le informazioni nella maniera più semplice possibile, affinché i destinatari della sua comunicazione possano comprenderla senza difficoltà.
E questo che cosa comporta? La soppressione di tutto ciò che non è strettamente indispensabile in una comunicazione scritta. Il che significa tagliare senza pietà gli aggettivi e gli avverbi inutili, i riempitivi, le frasi ridondanti, le osservazioni che conducono fuori tema, gli artifici letterari e così via. Insomma: un business writer è concentrato più sulla sostanza che sulla forma. La forma è per lui soltanto uno strumento utile a evidenziare la sostanza. In altri termini: la forma gli serve semplicemente per far risaltare il messaggio che la comunicazione porta con sé.
Tutto ciò acquista ancor più importanza quando il business writer scrive online. In effetti, chi ha il compito di creare contenuti per il web si trova davanti due problemi da affrontare. Il primo: gli internauti sono parecchio esigenti, vogliono leggere solo contenuti di qualità. Il secondo: sui monitor si legge più faticosamente che sulla carta, quindi è bene andare subito al sodo, senza sprecare tempo. (Ripeto: chi naviga online non ha pazienza).
Che fare per sciogliere questi due nodi? Ispirarci a Dreyer ci dà una mano. Se togliamo tutto ciò che è inutile, i nostri testi diventano più leggibili. Questo significa che non solo più lettori ci capiranno, ma che la qualità dei nostri scritti emergerà più facilmente. Certo, bisogna pur sempre essere capaci di scrivere cose interessanti e utili, altrimenti nemmeno la tecnica della sottrazione del superfluo potrà fare miracoli. (E sul come creare contenuti di qualità ho già scritto qui).
Prima di chiudere, visto che ne ho parlato ampiamente, voglio condividere con voi alcuni esempi della bellezza che Dreyer ha creato. Quando parlo di arte della sottrazione, mi vengono per esempio in mente scene come quelle che posto qui sotto:

Dies irae, 1943

Ordet, 1955

Gertrud, 1964
La pulizia, la semplicità, la funzionalità di Dreyer potrebbero ispirare anche molti web designer. Ma questo è un argomento di cui magari parlerò un’altra volta, in un post che spiega la relazione tra web usability e web design.
E tu, come la vedi? Nella tua attività di business writer elimini dai tuoi scritti tutto ciò che è superfluo? Lo fai soprattutto con i testi che ti servono a fare content marketing online? Lascia un commento qui sotto per dire la tua!
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Questo post sul fatto che un business writer somiglia un po’ al grande regista danese Carl Theodor Dreyer è stato scritto da Alessandro Scuratti, specialista in content marketing e in business blogging.
Da più di 20 anni mi occupo di comunicazione per le aziende, come business writer e come content creator. Dal 2011, gestisco questo mio blog personale, visitato da migliaia di persone ogni giorno. Sono anche l’autore del libro “Scrivere per il web 2.0”.
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