Una delle tante decisioni che devi prendere per il tuo blog, quando inizi a pianificare o vuoi rivedere la tua strategia di content marketing, riguarda la lunghezza dei post. È meglio pubblicare sul blog – aziendale o personale che sia – post di poche centinaia di parole, cioè contenuti take-away che si leggono con facilità e senza scrollare lo schermo oppure post più lunghi e approfonditi, che sviscerano ogni aspetto (o quasi) dell’argomento che si sta trattando?
Non è una questione di poco conto: scegliere un’impostazione invece dell’altra contribuisce a definire l’immagine e lo stile del blog, influenza il posizionamento sui motori di ricerca e attrae il pubblico interessato a quel tipo di contenuti.
Quando è utile preferire i post brevi e quando i post lunghi
È insomma importante scegliere che direzione prendere quando ci si trova di fronte al bivio che instrada verso i contenuti brevi o i contenuti lunghi. Naturalmente, non si tratta di una scelta vincolante: chi basa la sua strategia sulla pubblicazione di post brevi (indicativamente con meno di 500 parole) può proporre periodicamente articoli di approfondimento e, viceversa, chi ha deciso di puntare sui post lunghi (per intenderci, di almeno 1.000 parole) può comunque decidere di pubblicare contenuti più brevi in determinati momenti. La lunghezza giusta di un contenuto non può essere stabilita a priori e dipende da tanti fattori.
In base a che cosa decidere se orientare le tue pubblicazioni in una direzione o nell’altra? No, lanciare la monetina non è la soluzione. Piuttosto, chiediti:
- quali sono gli obiettivi del tuo blog?
- chi sono o saranno i tuoi lettori?
- che tipo di argomento vuoi trattare?
- … e i concorrenti che fanno?
La prima domanda da porti riguarda gli obiettivi del blog. Già dalla lettura del piano editoriale si dovrebbe intuire l’intenzione di pubblicare prevalentemente post brevi di taglio informativo o post lunghi di approfondimento. I post brevi, che danno informazioni veloci e di facile lettura, funzionano bene in un blog multi-argomento o in blog che scelgono di mantenere un’alta frequenza di pubblicazione a discapito della profondità dell’analisi. I post lunghi sono la scelta ottimale, invece, se hai un blog con contenuti verticali: ogni sfaccettatura degli argomenti che interessano la tua nicchia può essere affrontata in dettaglio, offrendo informazioni di grande valore.
Ma per fare la scelta giusta devi tener conto anche delle abitudini di lettura del pubblico al quale ti rivolgi. Se il pubblico target preferisce le informazioni veloci, se finisce sul blog perché vuole una risposta sintetica e facile da trovare, allora la strategia di comunicazione dovrà basarsi principalmente su post snelli, schematici e molto focalizzati. Se invece gli utenti sono alla ricerca di informazioni complete e dettagliate, da leggere senza la frenesia che accomuna molti di coloro che navigano online, bisognerebbe puntare sui contenuti lunghi, gli unici capaci di soddisfare la loro curiosità in maniera esaustiva.
Venendo agli argomenti da trattare, se vuoi fornire a chi ti legge aggiornamenti e notizie fresche, poche centinaia di parole potranno bastare. Se invece basi la tua strategia sulla pubblicazione di guide, post o recensioni dettagliati, il risultato sarà necessariamente un testo più lungo.
Anche osservare le abitudini di pubblicazione degli altri blog presenti nella tua nicchia può darti qualche spunto utile per definire la strategia. Sapere su che tipo di contenuti hanno puntato e cercare di capire quali risultati stanno avendo può aiutarti a perfezionare lo stile. Dovresti porti l’obiettivo di colmare al meglio le lacune della comunicazione dei blog che si rivolgono al tuo stesso pubblico. Chiediti se puoi riuscire a rispondere meglio alle richieste del target con post più sintetici e precisi dei tuoi concorrenti oppure se c’è bisogno di scendere nel dettaglio e argomentare meglio le informazioni.
Post brevi: vantaggi e svantaggi
Il vantaggio più evidente dei post brevi è la rapidità con la quale possono essere fruiti dal pubblico che li legge.
Scrivere un post di poche centinaia di parole, in genere, non richiede grandi ricerche né molto tempo. Dal punto di vista del blogger, scegliere di puntare sui contenuti brevi significa poter pubblicare potenzialmente molto più spesso rispetto a chi sceglie la strategia opposta e poter mantenere un’alta frequenza di pubblicazione. Chi pubblica di frequente riesce a dare continuamente in pasto ai motori di ricerca contenuti da indicizzare, e agli utenti nuovi contenuti da leggere e da condividere. Date queste premesse, è piuttosto naturale aspettarsi un elevato volume di traffico e un numero consistente di commenti e di condivisioni sui social network.
I lettori, dal canto loro, apprezzano i post brevi perché possono essere letti in una manciata di minuti (in media si leggono circa 250 parole al minuto), richiedono meno attenzione e meno impegno di un articolo di migliaia di parole e sono maggiormente focalizzati sull’argomento enunciato dal titolo. Un post breve, inoltre, può essere letto facilmente da mobile, anche sugli schermi più piccoli. Considerando che il traffico da smartphone e tablet ha oramai superato quello da desktop, è un aspetto da non sottovalutare.
Ma scegliere i post brevi porta con sé anche qualche svantaggio. Il rischio principale e il più pericoloso è quello di avere un blog sì aggiornato di frequente, ma pieno di contenuti di scarsa qualità: post superficiali, che non sono realmente utili al lettore o che non riescono a rispondere alle sue aspettative. Attenzione quindi a interpretare bene le informazioni raccolte analizzando le abitudini di navigazione degli utenti: un tempo di permanenza sul sito molto basso o una frequenza di rimbalzo molto alta sono campanelli d’allarme da non sottovalutare.
Post lunghi: vantaggi e svantaggi
I post lunghi offrono risultati mediamente migliori rispetto ai post brevi, sia in ottica SEO sia dal punto di vista delle relazioni con gli utenti.
Generalmente, i post lunghi si posizionano meglio nelle SERP dei motori di ricerca. Lo dimostrano diversi studi e analisi condotti con l’obiettivo di individuare le caratteristiche comuni dei contenuti posizionati ai primi posti nei risultati delle ricerche online. Due studi che vale la pena citare sono quello di SerpIQ, risalente al 2012, e quello sui Search Ranking Factors 2015 di Searchmetrics.
Dallo studio di SerpIQ emerge l’esistenza di una correlazione diretta tra la lunghezza dei contenuti e il loro posizionamento nelle SERP. I contenuti nelle prime posizioni contano oltre 2.000 parole, almeno 400 in più dei contenuti posizionati in fondo alla prima pagina dei risultati di ricerca.
La ricerca sui fattori di posizionamento condotta di recente da Searchmetrics conferma la relazione diretta tra lunghezza del testo e posizionamento. I dati dimostrano che non solo la lunghezza dei post è un fattore positivo di ranking, ma anche che il numero di parole usate nei contenuti sta aumentando, in media del 25% rispetto allo scorso anno.
La migliore posizione in SERP dei post più lunghi non dipende solo dal fatto che, essendo contenuti più completi, riescono a rispondere meglio ai bisogni (espressi e inespressi) di chi naviga, ma è dovuta anche alla loro capacità naturale di ricevere backlink. Se completi ed esaustivi, questi contenuti sono infatti risorse preziose, che altri blogger e proprietari di siti segnaleranno volentieri ai propri lettori. Nel 2012, un’analisi di Moz condotta su 500 pubblicazioni ha evidenziato una stretta corrispondenza tra il numero di parole di ciascun post e il numero di link guadagnati dal contenuto stesso.

Il contenuto no. 1 è il più lungo e il contenuto no. 500 il più breve.
Ma non solo: un contenuto lungo si posiziona più in alto nei risultati di ricerca dei motori anche perché permette di includere all’interno del testo più chiavi di ricerca di coda lunga. Si tratta di parole chiave più precise, che esprimono chiaramente l’intento dell’utente. Riuscire a costruire un testo utile e ricco di informazioni attorno a queste parole chiave fa sì che si riesca a rispondere esattamente al bisogno del lettore, conquistando così la sua fiducia. E se il lettore è anche un potenziale cliente, è facile immaginare quanto sia importante includere questo genere di contenuti nella propria strategia.
Bisogna anche considerare che un post lungo, proprio per le caratteristiche elencate finora, ha una maggior durata del ciclo di vita: se è di valore riceverà visite, interazioni e link spontanei anche a distanza di tempo dalla data di pubblicazione.
Alla luce di tutto ciò probabilmente ti sta venendo voglia di modificare la tua strategia di comunicazione e virare con decisione verso questo genere di contenuti. Ma attenzione: anche i post lunghi presentano rischi che devono essere messi sul piatto della bilancia.
Il rischio più evidente che si corre pubblicando post molto lunghi è quello di annoiare il lettore e di farlo scappar via. Per evitare che accada, è fondamentale usare un linguaggio capace di mantenere alta l’attenzione dall’inizio alla fine, dare una struttura chiara al testo e usare in modo tattico la formattazione.
Basta qualche accorgimento per semplificare la lettura anche degli articoli da qualche migliaio di parole. Prova a creare un abstract all’inizio che dica qual è il succo del contenuto in poche righe, un sommario navigabile che permetta ai più pigri di approfondire solo gli aspetti che desiderano e dividi il testo in paragrafi chiari introdotti da sottotitoli esplicativi. Con una struttura del genere la lunghezza del testo viene diluita in piccoli blocchi più leggibili, che non spaventano il visitatore del blog.
Anche per i blogger creare post lunghi è impegnativo. Per progettare e scrivere un contenuto approfondito serve parecchio più lavoro rispetto a un post breve: richiede più tempo, una grande conoscenza dell’argomento da trattare e una padronanza delle tecniche di copywriting e delle regole di scrittura per il web.
In conclusione
Ci sono buoni motivi per proporre ai lettori sia i post brevi sia i post più lunghi. Sebbene i post di almeno 1.500 parole sembrino garantire migliori risultati in fatto di posizionamento sui motori e di coinvolgimento dei lettori, bisogna comunque considerare i pro e i contro di entrambi gli approcci per individuare quello a cui affidare la propria strategia di content marketing.
Ad ogni modo, prima ancora di buttare l’occhio sul contatore delle parole, preoccupati di progettare contenuti che diano il massimo valore al pubblico al quale sono destinati.
Ora lascio la parola a te: su quale tipo di contenuto hai puntato e perché? Lascia un commento e, se ne hai trovato qualcuno che manca all’elenco, aggiungi quelli che dal tuo punto di vista sono i vantaggi e gli svantaggi di ciascun tipo di post.
Questo articolo sui principali vantaggi e svantaggi legati alla pubblicazione di contenuti di diversa lunghezza è un guest post scritto da Luana Galanti, web writer freelance e web content editor.
Mi occupo della creazione di contenuti per il web dal 2011 e nel mio blog personale (www.luanagalanti.com) scrivo di web writing, di content marketing e dell’importanza che i testi hanno nel promuovere la comunicazione online di aziende e professionisti.